Casalpalocco  – “Che si tratti di Luca o di un altro non mi importa: mi chiedo però come mai un corpo possa essere finito incastrato dentro quel canale a via Epaminonda, a solo un centinaio di metri dalla casa-alloggio che gestiva mio fratello. E che nessuno se ne sia mai accorto. Di certo, da solo non può essercisi infilato. Altro che malore: il corpo era incastrato dentro il canaletto dove ieri c’erano soltanto 5 centimetri di acqua. E in tutti questi mesi è piovuto. Ed è passato quasi un anno. In più, mi lascia perplesso il fatto, così come mi ha detto una persona che era presente al momento del recupero del cadavere, che fosse avvolto in quelle reti rosse plastificate che vengono utilizzate quando si effettuano i lavori stradali. E poi: è un mistero che fosse privo degli avambracci. I topi? Mah”.

 

Sono tante le domande, e i dubbi, le ipotesi e le riflessioni che si pone Mauro Alessandri, il fratello di Luca, l’imprenditore di 43 anni dell’Infernetto misteriosamente scomparso da Ostia il 7 dicembre scorso, all’indomani  del ritrovamento del cadavere mutilato di un uomo in un canale di scolo a via Epaminonda, a Casalpalocco. Il corpo, mummificato, era privo degli avambracci e della gamba sinistra: gli animali selvatici a ridurlo così, è stata la prima ipotesi degli inquirenti.

 
Pensare che possa essere trattarsi di Luca sembrerebbe innanzi tutto “giustificato” dal fatto che il corpo sia stato rinvenuto a soli cento metri da via Critolao, dove lo scomparso gestiva una casa di accoglienza per anziani. In seguito la residenza è stata chiusa a giugno di quest’anno dai due soci con i quali l’imprenditore aveva deciso di condividere l’attività.

 
Per questa ragione al momento della scomparsa Luca era creditore della “bella” cifra di 70.000 euro da parte dei nuovi soci. Parte del denaro lo aveva già riscosso: restavano questi 70.000 euro. Perché “sparire” senza ricevere quanto gli spettava?, si sono sempre chiesti i familiari.

 
Ieri, poi, il ritrovamento. “Abbiamo sempre pensato al peggio”, spiega, pacato, Mauro Alessandri. A lui ed al fratello Paolo hanno mostrato delle foto “parziali”. Una catenina. Delle scarpe. “Sono le sue scarpe”, dichiara il fratello: “si tratta di un modello particolare che aveva lui soltanto”. E la catenina?, domandiamo. “Sì, anche la catenina è sua. Adesso aspettiamo l’esito dell’esame autoptico: abbiamo piena fiducia nella magistratura che indaga sul caso”, risponde a Ostia TV Mauro. L’autopsia dovrebbe essere eseguita domani. Quindi il riscontro con il dna dei familiari.

 
Resterebbe l’”amarezza”, come più volte sottolineato anche dalla mamma di Luca, che “non si sia fatto abbastanza”. “Certamente nei primi quindici giorni non è stata condotta alcuna indagine e non è stata presa in considerazione l’ipotesi di reato. Non sono state effettuate ricerche da parte dei carabinieri con le unità cinofile, benché sostengano il contrario. Né verifiche nei luoghi abitualmente frequentati da mio fratello: un esempio? La sala giochi di via delle Sirene, a Ostia, o il bar Cinghiale all’Infernetto. Tutti locali dotati di telecamere che avrebbero potuto riprenderlo se ci fosse andato. Ci sarebbero stati tanti avvistamenti a Ostia ma, a parte la battuta da noi sollecita con la protezione civile il 31 dicembre cui hanno preso parte i militari, noi non abbiamo avuto notizie di ricerche”, spiega Mauro Alessandri.

 
E’ chiaro che i carabinieri che indagano sulla scomparsa dell’imprenditore non siano tenuti ad informare chicchessia del loro modus operandi e, in genere, degli strumenti utilizzati nelle investigazioni. Quindi le dichiarazioni della famiglia Alessandri sono da considerarsi delle loro supposizioni. Ai familiari, per contro, gli uomini dell’Arma hanno sempre fornito rassicurazioni che le ricerche e le indagini erano in corso.


Il mistero attorno il caso, tuttavia, si infittisce. Appartiene a Luca Alessandri il corpo trovato nel canale? E, se sì, come ci è finito? E perché era avvolto nella rete? Chi lo avrebbe portato là? Tutte domande che adesso sono in attesa di risposta. Una risposta che la famiglia del 43enne che il 19 ottobre scorso avrebbe compiuto 44 anni attende ormai da nove angosciosi mesi.


Oggi la mamma di Luca, sempre disponibile a parlare con Ostia TV, ha detto di no. “Oggi non è aria”, ha fatto sapere la signora.