Ostia - Altro fine settimana di febbraio, altre due visite estremamente interessanti organizzate dal Cea:  Sabato 21 febbraio, con appuntamento alle ore 15.30 al parcheggio del III  Cancello (via Litoranea km. 6,2) la Dott.ssa Patrizia Battistini vi condurrà alla scoperta di uno dei più preziosi luoghi della nostra Riserva: le DUNE di CASTEL PORZIANO. Contributo richiesto € 5 (gratuita under 18). Domenica 22 con appuntamento alle ore 15.30 alla stazione della Metro B Garbatella, il Dott.Fabrizio Madonna vi guiderà nell'esplorazione dell'affascinante quartiere della GARBATELLA, la cui architettura si ispira alle case romane di Ostia Antica. Contributo richiesto € 5 (gratuita under 18).  


Sabato 21 febbraio 2015 Le dune di Castelporziano Prezioso ecosistema a rischio. Appuntamento: ore 15.30 parcheggio III Cancello Via Litoranea Km 6,2. Contributo: € 5, gratuita under 18: Le dune sono rilievi sabbiosi accumulati dal vento che si sviluppano parallelamente alla linea di costa e vengono stabilizzate dalla vegetazione. I sedimenti che le costituiscono sono stati portati in mare dal fiume Tevere e distribuiti dalle correnti marine in forma di cordoni litoranei, dapprima sommersi, poi emersi. Quando la duna costiera viene stabilizzata dalla vegetazione, costituisce una formidabile difesa contro l'erosione del litorale. La vegetazione della duna è disposta in cinture parallele alla linea di costa. Sulla battigia troviamo il Cachileto, formato da specie annuali che germinano solo quando nel suolo è presente sostanza organica in decomposizione. Più all'interno abbiamo l'Agropireto e quindi l'Ammofileto, caratterizzato da piante perenni dal fitto ed esteso apparato radicale grazie al quale la sabbia viene trattenuta creando i cordoni. Segue poi una fascia umida retrodunale e poi la duna fissa con arbusti sempre verdi della macchia mediterranea. Oggi gran parte delle dune è stata spianata per far posto a stabilimenti, strade, case che spesso si trovano di conseguenza minacciati dall'erosione.
E' necessario salvaguardare l'inestimabile patrimonio ambientale presente a Castel Porziano e Capocotta. Per Capocotta nel piano di gestione della Riserva sono previste delle particolari norme di tutela per questo delicato ed importantissimo ecosistema. 
 

Domenica 22 febbraio 2015 Quartiere Garbatella Architettura ispirata alle antiche case romane Appuntamento: ore 15.30 Stazione Garbatella, biglietteria. Contributo: € 5, gratuita under 18. Il quartiere fu fondato negli anni venti sui colli che dominano la basilica di San Paolo.  L'origine del nome è tuttora oggetto di discussione: secondo un aneddoto molto diffuso, il quartiere prenderebbe il nome dall'appellativo dato alla proprietaria di un'osteria che si trovava sullo sperone roccioso sovrastante proprio la basilica di San Paolo lungo la via delle Sette Chiese, via che collega la basilica Paolina alla basilica di San Sebastiano fuori le mura meta di pellegrinaggi sin dal XVI sec.. Una seconda ipotesi sul nome "Garbatella" vuole invece che derivi dall'amenità del luogo, mentre un'ultima interpretazione, con qualche fondamento scientifico, fa riferimento al tipo di coltivazione della vite detto "a barbata" o "a garbata" nella quale le viti vengono appoggiate ad alberi di acero od olmo in uso nei terreni detti "Tenuta dei 12 cancelli" (comprendenti l'attuale via delle Sette Chiese), posseduti nel XIX secolo da monsignor Alessandro Nicolai, ministro dell'agricoltura di papa Gregorio XVI. La Garbatella è tradizionalmente suddivisa in lotti, occupati da costruzioni che circondano cortili e giardini che, soprattutto in passato, erano punti di ritrovo per la popolazione: lavatoi e stenditoi, botteghe e cantine, sedie e muretti. L'assetto architettonico della zona è un compromesso tra l'estetica e la pratica: le abitazioni sono collocate, almeno nel nucleo storico, in villini o palazzine di tre piani al massimo, con grande cura per i dettagli e per la diversificazione degli stili. L'architettura del quartiere fu inizialmente improntata al modello inglese delle città giardino (Garden Cities) ben collegate e vicine alla città, abitate da operai e comprendenti significativi spazi verdi coltivabili, tali da fornire ai lavoratori residenti una preziosa, e ulteriore, fonte di sussistenza: l'orto. Lo stile architettonico dei primi lotti fu denominato Barocchetto dai suoi creatori Gustavo Giovannoni e Innocenzo Sabbatini, coadiuvati successivamente da Costantino Costantini, Massimo Piacentini,[3] Mario De Renzi, e Nori; simili al barocco sono le modanature di sapore medievale, le figure di animali riscontrabili nei fregi, l'utilizzo estensivo di decorazioni d'ispirazione floreale e botanica, restando però queste nell'ambito dell'edilizia popolare e, dunque, povera: al posto di marmi pregiati, stucchi e calce bianca.