Ostia - “Una tragedia che si poteva evitare, l'amministratore di sostegno per Chiara doveva essere chiesto e attivato prima che accadesse la vicenda, dov'erano prima le istituzioni? Le vittime a mio avviso sono due, Chiara e Maurizio, entrambe necessitavano di aiuto e tutela, mentre le istituzioni preposte non gliel'hanno data. E anche il padre di Chiara è una vittima, perchè non è stato ascoltato davvero quando ha chiesto aiuto per la propria figlia. Poi invece, durante il processo, le stesse istituzioni prima 'latitanti', il comune di Roma nello specifico, si costituiscono parte civile: un paradosso!”. Lo dichiara l'avvocato Luciano Randazzo, legale difensore di Maurizio Falcioni, il 35enne accusato di tentato omicidio, che undici mesi fa colpì Chiara Insidioso Monda, mandandola in coma. A breve ci sarà un'altra udienza sul caso. A riguardo abbiamo sentito appunto il difensore, che parla di 'latitanza' delle istituzioni.

Se Chiara di svegliasse, come tutti si augurano, cosa cambierebbe per il suo assistito?

“Lo scenario cambierebbe ovviamente. Oggi Falcioni è accusato di tentato omicidio, se e quando Chiara si sveglierà dal coma, l'accusa potrebbe tramutarsi in lesioni personali gravissime. Un'altra situazione insomma.”

Come sta vivendo la situazione attuale la famiglia di Maurizio Falcioni?

“Il padre di Maurizio, Gianfranco Flacioni, è distrutto, la sta vivendo malissimo, piange sempre, è l'unico che in tv ha detto, a differenza di me, 'diamo l'ergastolo a mio figlio', lo ha dichiarato in una trasmissione senza neanche concertare con me le sue dichiarazioni...

Ma innanzitutto il punto è che si tratta di una tragedia che si poteva evitare.”

In che senso?

“Nel senso che nessuno è mai intervenuto davvero in questa situazione. Qui si tratta di due giovani che vivevano una realtà difficile, Chiara era in cura presso una psicologa, come da relazioni, Maurizio ha problemi di tossicodipendenza. Non capisco perchè l'amministrazione di sostegno a Chiara venga data d'ufficio solo a ridosso del processo e non viene né richiesta né data d'ufficio prima, nonostante le denunce del padre di Chiara.

Se qualcuno avesse comunicato all'ufficio affari civili della procura di Roma, competente per queste cose, con riferimento all'art. 70 del codice di procedura civile, che prevede l'intervento del pubblico ministero d'ufficio in questi casi, forse si sarebbe potuta togliere Chiara dalle mani di Falcioni. Insomma l'amministratore di sostegno poteva essere incaricato prima evitando tutto quello è accaduto.”

Ci sono state denunce alle forze dell'ordine da parte del papà.

“Si ma è stato lasciato solo dalle istituzioni preposte e ora il paradosso: troviamo il comune di Roma costituito parte civile nel processo. Ma prima dov'era? Dov'erano i servizi sociali? Questo mi ricorda i tanti casi di violenza sulle donne in cui ci sono tante denunce ma in cui poi le tragedie accadono ugualmente.

Importante ora invece è solo gridare al mostro, scegliere se 'impiccarlo' come nel medioevo...”.

Per quanto riguarda la difesa, avete richiesto che venga riconosciuta l'incapacità di intendere e di volere di Falcioni, giusto?

“La difesa ha l'unico strumento in questo. Il ragazzo va difeso, non possiamo dire che non dobbiamo difenderlo perchè ha commesso un reato grave.

Ci sono elementi abbastanza riconducibili alla possibilità di una anche parziale incapacità. Anche perchè risulterebbe per tabulas che il ragazzo fu riformato dal servizio militare proprio per motivi psichiatrici. Poi, se uno viene riformato per motivi psichiatrici e vogliamo dire che è capace così gli facciamo dare dieci anni come accade col rito abbreviato, va bene... però il diritto è garanzia, il diritto è giustizia, il diritto è processo e giustizia, è processo di garanzia, di ricerca della verità, è tutela anche dell'imputato e non solo della persona offesa. Oggi l'opinione pubblica è diventata opinione 'giudiziaria', che poi diventa anche 'circo mediatico giudiziario'. In questo senso non oso pensare a chi sarà il difensore, ad esempio, dell'assassino del piccolo Loris, a come potrà gestire le cose. Il popolo è sempre stato giustizialista, come nel medioevo. Ma in questo caso specifico si tratta di due ragazzi lasciati soli. Bastava anche che qualcuno prendesse in considerazione dove vivevano...”.

Dove vivevano i ragazzi?

“In una stamberga. La definisco così.”

Lì sono entrati i servizi sociali?

“Non mi risulta. I servizi sociali sono sempre attivi quando devono togliere i figli ai genitori magari perchè sono troppo grassi e non sono adatti a crescere i propri figli, o in tanti altri casi. In questo non mi sembra siano intervenuti. Sono forse entrate le forze dell'ordine, ma Chiara era maggiorenne e quindi l'unica soluzione per portarla via da lì sarebbe stata quella di istituire un amministratore di sostegno, che l'avrebbe probabilmente portata lontano da quella situazione. Se fosse stato fatto subito si salvano tutti e due... Ripeto, è stata una tragedia annunciata”.  
























Avvocato Luciano Randazzo