Casalbernocchi - “Lascia l’amaro in bocca il giudizio della Corte d’appello di Roma, che ieri ha ‘scontato’ di quattro anni la pena a Maurizio Falcioni, l’uomo che massacrò di botte la fidanzatina Chiara Insidioso Monda. Il timore piuttosto fondato è che, procedendo tra i vari gradi di giudizio – quando per una pessima consuetudine solitamente non vengono più contestate alcune aggravanti che avevano contribuito al conteggio della pena inflitta durante il precedente grado - il Falcioni resti in carcere per soli pochi anni e si avvantaggi anche di ulteriori sconti per buona condotta, tornando di fatto fin troppo presto alla libertà”, dichiara Cinzia Pellegrino, Cinzia Pellegrino, referente per l’Area Tutela vittime della violenza di FdI-An Roma.


LA SENTENZA – “Ci sentiamo”, prosegue Cinzia Pellegrino, “per questo, di porre molti dubbi sull’equità della sentenza in quanto non la riteniamo proporzionale all’atto commesso in maniera così efferata da Falcioni, che la sera del 3 febbraio 2014 colpì ripetutamente e con una violenza feroce la compagna Chiara Insidioso Monda, ridotta ora a sopravvivere su una sedia a rotelle. Chiara ha rischiato di non uscire più dal coma ed oggi è in stato vegetativo e comunica col padre – suo unico sostegno – soltanto muovendo due dita”.



LE DENUNCE – Maurizio Falcioni era già noto alle forze dell’ordine avendo precedenti per spaccio ed il padre di Chiara l’aveva denunciato più volte per circonvenzione d’incapace. “Mi chiedo, allora, quale siano state le cosiddette “attenuanti” che hanno portato a questa sentenza. Siamo, inoltre, stanchi di sollevare di continuo il problema di una piaga sociale così grande ed incontrollabile come quella della violenza di genere, quando poi le decisioni dei Magistrati continuano a vanificare gli sforzi di tanti movimenti, tante associazioni e tanti volontari che ogni giorno cercano di sollevare il dramma di queste donne”, continua l’esponente politica.


IL GARANTISMO – “Sottolineiamo, infine, che queste sentenze non contribuiscono in alcun modo ad arginare il fenomeno, perché ancora una volta chi è vittima si accorge di quanto possa essere inutile denunciare, in quanto la Magistratura poi di fatto ci spiega che l’eccesso di garantismo verso questi criminali vince sempre sulle vite spezzate e sul dolore dei familiari”, conclude Cinzia Pellegrino.