Chiara, massacrata di botte: disposta la perizia psichiatrica sull'ex fidanzato
Casalbernocchi – Il giudice ha disposto la perizia psichiatrica su Maurizio Falcioni, l’operaio di 35 anni che lo scorso febbraio massacrò di botte la compagna, Chiara Insidioso Monda, di 19 anni, riducendola in fin di vita. Teatro del dramma un appartamento di Casalbernocchi, nell’hinterland del municipio X, dove la coppia viveva. I magistrati intendono stabilire se l’imputato quando aggredì la fidanzatina, che è ancora ricoverata in coma all'ospedale San Camillo di Roma, fosse capace di intendere e volere. A pronunciarsi è stato il gup Giacomo Ebner che si occupa del processo a Maurizio Falcioni con il rito abbreviato. “Questa mattina il perito dell’operaio 35enne ha presentato una sua perizia in cui parlava di sindrome bipolare e cose simili, ma non è credibile anche perché ha avuto un solo incontro di 50 minuti con Falcioni: come si fa a stabilire se una persona sia lucida o meno? Se sia presente a se stessa o meno?”, ha detto il signor Maurizio Insidioso Monda, il papà di Chiara, che questa mattina, vedendo Falcioni, lo ha fissato negli occhi per alcuni minuti prima che quest’ultimo li abbassasse. “Aveva un atteggiamento spavaldo”, spiega il signor Insidioso Monda: “ma io lo conosco bene, molto bene. Forse voleva dare l’impressione di essere un po’ fuori. Ma ho fiducia sia nel giudice che nel pm e nella loro capacità di giudizio”.
L’esperto, che riceverà l'incarico il 21 ottobre, dovrà verificare se l'imputato sia socialmente pericoloso e anche se sia in grado di stare in giudizio. Sul capo del 35enne pendono diversi capi di imputazione: tentato omicidio, lesioni gravissime e maltrattamenti. Tornando a quel terribile pomeriggio d’inverno, secondo la ricostruzione dei carabinieri della compagnia di Ostia e del pm Elena Neri, l'uomo aggredì Chiara con calci e pugni con grandissima violenza, colpendola alla testa anche con i piedi. Vedendo la giovane a terra, esanime, forse preso dal panico, si rivolse ad un vicino chiedendo aiuto e spiegandogli che la fidanzata aveva avuto un malore e che “era svenuta”. Ma la sua versione suscitò immediatamente il sospetto sia degli inquirenti che dei sanitari del 118 che la soccorsero. Dapprima condotta all’ospedale Grassi di Ostia, vista la gravità delle sue condizioni, fu trasferita d’urgenza al San Camillo. Da allora Chiara sta lottando e soffrendo moltissimo: un calvario per lei e per il papà, sempre al suo capezzale. Anche la famiglia della giovane nominerà un suo perito. Dopo la perizia il processo. Nei prossimi giorni la ragazza dovrà essere sottoposta ad un nuovo, delicatissimo intervento chirurgico alla testa, che presenta molti rischi: i medici sono stati chiari e hanno detto che le probabilità di successo sono del 30, 40 per cento. Il papà, nonostante il suo dolore, non ha perso né la lucidità né la dignità che ha sempre mantenuto in questi lunghissimi, dolorosi mesi. E afferma: “Qualunque sia l’esito, per Chiara sarà una vittoria”. Oggi in aula c’era la consigliera del municipio X, presidente della Commissione delle elette, Monica Schneider, il rappresentante del comune di Roma che si è costituito parte civile, la onlus Hand off women. Sostegno al papà Maurizio anche da Italia dei valori.
Tags: ostia, entroterra