Ostia – Chiara, la giovanissima vittima della brutalità e della violenza dell’ex compagno, sta faticosamente ma coraggiosamente tornando alla vita. Alza il pollice per comunicare, a volte anche l’indice. Segue con lo sguardo i familiari, apre e chiude gli occhi. Segnali che il padre ha colto subito, commosso dentro quel suo cuore che ha sopportato e sofferto così tanto. Piccoli, piccolissimi passi ma importantissimi per lei, innanzitutto, bella ragazza bionda amante degli animali e della musica e con una grandissima passione per la Lazio, la sua squadra del cuore. Adesso però c’è bisogno di intervenire perché lei, sopravvissuta a quel crimine orrendo che è il femminicidio, possa proseguire il suo percorso: e per farlo ha bisogno di tornare in famiglia, in una casa idonea alla sua nuova condizione. L’alternativa? Una casa di ‘mantenimento’, Villa Iride a Cinecittà, che ospita pazienti in stato di minima coscienza dove i progressi rischierebbero di fermarsi, dove non avrebbe più quegli stimoli che hanno fatto la differenza. Chiara ha bisogno di aiuto, di questo tipo di aiuto, come sanno da tempo i genitori, e come suggerirebbero i sanitari.



IL PRESIDENTE SERGIO MATTARELLA - Bisogna fare in fretta perché le dimissioni dalla residenza Santa Lucia, dove si trova ora la giovane, dovrebbero avvenire a breve, anzi: a brevissimo. Qui domani, mercoledì 24 febbraio, andrà in visita il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che alle 11.30 incontrerà gli utenti ed il personale della Fondazione nell’Auditorium del Centro Congressi. Alla visita ufficiale del Capo dello Stato sarà presente anche il ministro della salute, Beatrice Lorenzin, e l’assessore alle politiche sociali della Regione Lazio, Rita Visini.



LA ‘SOPRAVVISSUTA’ – La giovanissima, benvoluta da tutti nel quartiere in cui è cresciuta, Casalbernocchi, nell’entroterra di Ostia, un diploma dell’istituto alberghiero, carattere dolce e affettuoso, legatissima all’amata cagnolina, Molly, ha avuto una vita serena prima di incontrare il suo aguzzino, Maurizio Falcioni, all’epoca 35 anni, operaio disoccupato con qualche precedente, che vive poco lontano. E’l’estate del 2013. Lui la corteggia, la irretisce ed il papà, preoccupato per la frequentazione con quell’uomo tanto più grande, e prepotente, cerca di allontanare la figlia. Arriva a sporgere denuncia ai carabinieri non una, ma due, tre volte. Il 35enne però insiste e Chiara, neanche 19enne, cade nella sua trappola. Vanno a vivere insieme anche se papà Maurizio continua ad essere preoccupato, molto preoccupato. Lei cerca anche di allontanarsi, ma lui se la riprende: è strafottente, arrogante.


L’AGGRESSIONE – Si arriva così al pomeriggio del 3 febbraio di due anni fa. Lui, Maurizio Falcioni, è furioso. Sarebbe geloso, ufficialmente, perché avrebbe letto un messaggio sul telefono di Chiara che ‘non gli sta bene’. Urla, grida, nel palazzo i vicini per tutto il pomeriggio sentono gridare. Le urla provengono dallo scantinato. Poi, il silenzio. E’ allora che lui, spaventato forse, chiede aiuto ai vicini. Chiara non sta bene, dice. La vicina arriva portando un bicchiere d’acqua ma si trova davanti una scena terribile: la giovane è a terra, priva di sensi, la testa massacrata. Vengono chiamati i soccorsi e i carabinieri. La ragazza viene trasportata dal Grassi di Ostia al San Camillo di Roma, in fin di vita.


Le ferite che il suo aguzzino le ha inferto sul corpo e in particolare alla testa con gli scarponi da lavoro hanno provocato lesioni talmente gravi che i medici non sono in grado di pronunciarsi, non sanno se ce la farà. Inizia il calvario, per Chiara. Interventi, crisi, ricadute, e ancora crisi. Ed inizia il calvario anche per papà Maurizio, che chiede un’aspettativa alle poste di Fiumicino dove lavora. Quanto all’aggressore, condannato nel 2014 a 20 anni di reclusione, nell’autunno del 2015 ha avuto uno sconto di pena di 4 anni: papà Maurizio, che era in aula, è stato colto da malore e soccorso è stato trasportato in ospedale in osservazione mentre la mamma, Danielle, ha pianto e gridato il suo dolore.


CHIARA - La tenera Aquilotta, sostenuta negli ultimi due anni dai tifosi biancocelesti che hanno promosso numerose iniziative per aiutare lei e la sua famiglia in quello che è tuttora un percorso lento e faticoso di recupero, promuovendo eventi solidali, ma che sta dando risultati, va però avanti. Lotta, lotta, lotta. Coraggiosa piccola Chiara! Accanto a lei, sempre, i genitori, papà Maurizio, e la mamma, Danielle Conjarts. E poi la zia Antonella Insidioso Monda, le cugine, gli amici più cari. Mamma e papà non l’hanno lasciata un istante, prima recandosi tutti i giorni al San Camillo, dove la bella ragazza di Casalbernocchi, è rimasta ricoverata per nove mesi in coma e poi in uno ‘stato di minima coscienza’ nel reparto di neurochirurgia, detto brutalmente in uno stato vegetativo, in seguito nella residenza Santa Lucia, sull’Ardeatina, il centro residenziale clinica per la riabilitazione, dove si sono registrati i piccoli ma importanti progressi nell’ultimo anno e mezzo.


IL SEGNO – A comprendere che Chiara si stava ‘svegliando’, o che forse sveglia lo era già, sarebbe stato quando un giorno, il 16 marzo dello scorso anno, mentre papà Maurizio se ne stava seduto accanto alla figlia, ad un certo punto le avrebbe messo l’ipad vicino al viso durante la partita Lazio-Torino all’Olimpico. Poco prima della conclusione un calciatore biancoceleste fa gol. Chiara fa una specie di sorriso, una smorfia di felicità. Le sue condizioni, però, sono e restano gravi ma la giovane è forte ed è amata. Ed è questo che, insieme alle cure amorevoli che ha ricevuto da personale professionale, competente e sensibile, è forse il vero miracolo. 


LA LOTTA PER LA CASA – E’ dall’anno scorso che Maurizio Insidioso chiede, domanda, si rivolge alle istituzioni perché assegnino una casa idonea ad ospitare la figliola. Dovrà essere un’abitazione sufficientemente spaziosa per accogliere il letto, un letto adatto, un bagno altrettanto adeguato e varchi affinché possa muoversi con la carrozzina, e un ascensore. L’appartamento di papà Maurizio si trova al terzo o quarto piano di una palazzina, dotata di un piccolo ascensore, un appartamento inadeguato, purtroppo. 


IL COMUNE – La scorsa estate Claudio Palmulli, un ragazzo disabile di Ostia, ha corso in carrozzina, in tandem con l’amico Simone Carabella, da Casalbernocchi fino al Santa Lucia, macinando decine di chilometri sotto il sole impietoso per solidarietà verso Chiara. All’arrivo ad attenderli c’era l’ex assessore alle politiche sociali Danese, che prese l’impegno di reperire in tempi brevi un’abitazione idonea affinché la giovanissima potesse tornare a casa, dalla sua famiglia, tra i suoi affetti, da Molly, che l’attende ogni giorno. La famiglia ha chiesto un alloggio popolare, a prezzo contenuto, perché non può permettersi di pagare affitti alti. Dell’alloggio, in ogni caso, non se ne è fatto nulla. La giunta Marino è poi caduta.


LA DOMANDA – Maurizio Insidioso, intanto, a giugno aveva presentato la domanda e compilato tutti i fogli, come indicato sui moduli, inviandoli in seguito agli uffici preposti. Alla fine dell’estate la doccia fredda: non ci sono case disponibili e compatibili con le esigenze di Chiara.


CHI DEVE INTERVENIRE? - Ci si domanda chi debba intervenire, in un caso come questo. Chiara è una vittima. Una vittima che non è stata risarcita perché il bruto che l’ha massacrata non possiede nulla. Possibile che lo Stato non intervenga tutelando questa ragazza che ha pagato e continua ancora a pagare così duramente, così ingiustamente? Possibile che i genitori non debbano avere un momento di tregua? Chiara è malata, è gravemente malata: il minimo che questo stato possa fare per lei è consentirle di vivere in un ambiente sereno, con i suoi cari. Che cosa sono 200 euro al mese della pensione di invalidità?


CLAUDIO PALMULLI Claudio Palmulli e Simone Carabella, di nuovo insieme dopo il 5 luglio 2015, domenica scorsa sono tornati a correre insieme per Chiara e per il piccolo Leo Di Ceglie, un bambino che sta combattendo, con tantissima grinta e tantissimo coraggio, una durissima battaglia contro la malattia.


LA MARATONA PER CHIARA E LEO – Partiti dalla Rotonda di Ostia sono arrivati fino al Palalottomatica all’Eur impegnati in una maratona di 25 chilometri. A correre con loro anche la zia di Leo Monica Cattaneo. “Oggi si lotta per due grandi guerrieri: Leo Di Ceglie e Chiara Insidioso Monda”, ha detto Claudio: “finchè non saranno chiare le cose noi continueremo a percorrere chilometri e chilometri. Finchè le istituzioni non metteranno mano in maniera concreta a queste situazioni non ci fermeremo perché non ci sono malati di serie A e malati di serie B ma dobbiamo stare tutti sullo stesso piano. Aiutiamo in maniera concreta i nostri concittadini”, sottolinea ancora l’atleta: “noi non molleremo mai”.


AIUTI - Per aiutare la famiglia di Chiara si può fare una donazione utilizzando la carta Postepay numero 5333 1710 1345 1378 intestata a Maurizio Lazzaro Insidioso Monda, codice fiscale NSDMZL71P24H501N e Iban: IT09Q0760105138245619145623