Ostia - Non mangiano da oltre 24 ore e hanno dormito nelle tende sotto al palazzo che per anni ha ospitato la sede del tribunale di Ostia, in via dei Fabbri Navali: oggi stanno bene e vogliono continuare ad oltranza i tre cittadini, un avvocato, un imprenditore e un consigliere municipale che ieri hanno iniziato lo sciopero della fame per chiedere che la sede giudiziaria di Ostia non venga soppressa.

Anche se già da ieri in via dei Fabbri Navali non si lavora più ed è stato fatto il trasloco dei documenti e dei materiali la protesta dei cittadini continua. E da domani si aggiungerà anche un'altra dipendente, Mariapia Nobile, allo sciopero della fame, mentre intanto la protesta inizia a dare i primi piccoli risultati. Come l'attenzione della gente che in queste ore sta contribuendo alla battaglia attraverso la raccolta di firme spontanea che si sta svolgendo sotto al Tribunale. Già stamani l'avvocato Lombardi, il primo a lanciarsi nello sciopero della fame, ha riferito che sono state oltre 500 le persone che si sono fermate a firmare e a dare solidarietà agli operatori della sede giudiziaria e a tutti i cittadini che stanno lottando da mesi per impedire la chiusura del tribunale distaccato.

La raccolta continua e gli scioperanti, Lombardi, Notturni e Catalano invitano tutti a recarsi in via dei Fabbri Navali e apporre la propria firma. Domani, domenica 15 settembre anche a Casalpalocco i comitati cittadini si muoveranno e hanno annunciato che sarà presente un banchetto per firmare presso il centro commerciale Le Terrazze, a partire dalle 18.

“Al momento non ci ha ancora contattato nessuno, ci auguriamo che la nostra dimostrazione smuova il Ministero e gli organi competenti che devono capire che Ostia è una città che ha bisogno fortemente di un tribunale, sia per la lontananza da Roma che per la situazione della evidente presenza della criminalità - ha spiegato l'avvocato Lombardi – Noi continueremo finchè non saremo ascoltati e non avremo risposte positive sulle sorti di questa struttura”.