Feola: “Presenterò una mozione per dedicare a Sergio Ramelli un giardino o uno spazio pubblico, simbolo di un futuro in cui le differenze possano essere gestite attraverso il dialogo per rendere giustizia a Sergio e a i giovani morti per le proprie idee libere”

Fiumicino (Rm) - “Oggi, 29 aprile, ricorrono i 50 anni dalla scomparsa di Sergio Ramelli, uno dei tanti giovani uccisi durante gli anni di piombo, un periodo in cui manifestare la propria idea politica significava anche esporsi a tragiche vicende.
Era il 13 Marzo 1975, Sergio, membro del Fronte della Gioventù, aveva scritto un tema nel quale denunciava il mancato cordoglio da parte della politica per l’uccisione di due giovani missini dalle BR. Il tema finisce esposto in una bacheca dell’Itis Molinari di Milano e viene usato come ‘capo d’accusa’ da alcuni studenti di sinistra, un giorno mentre tornava a casa, viene colpito a colpi di chiave inglese da un gruppo di dieci persone, membri di ‘Avanguardia Operaia’, gruppo di extraparlamentari comunisti. Morirà dopo 47 giorni di lunga agonia”.

Lo dichiara in una nota il consigliere di Fratelli d’Italia Roberto Feola, che aggiunge: “Sergio Ramelli, dopo tanti anni, è divenuto un simbolo della libertà di pensiero e della violenza politica, il suo coraggio ha ispirato generazioni di militanti, un giovane che deve essere esempio per le future generazioni e rappresentare un modello contro l'odio politico. Il presidente del consiglio a Giorgia Meloni ha voluto ricordare l’amore profondo che animava il giovane “Sergio amava l’Italia più di ogni altra cosa e aveva deciso di non tenerselo per sé, di dirlo al mondo, senza odio, arroganza o intolleranza”. Per questo presenterò una mozione per dedicare a Sergio Ramelli un giardino o uno spazio pubblico, simbolo di un futuro in cui le differenze possano essere gestite attraverso il dialogo e così da rendere finalmente giustizia a Sergio e a i giovani morti per le proprie idee libere”.

Sostegno alla proposta è stato espresso dal presidente di Gioventù Nazionale Fiumicino Alessandro Piccinini: “La tragica vicenda di Sergio è una pagina di storia del nostro paese che racconta anni di odio e di brutali vicende, ai giovani faccio l’appello di riscoprire il proprio amore per la nostra patria, proprio come quello che Sergio manifestava, e a esprimere liberamente le proprie idee con quel coraggio di sognare un paese migliore nel quale pensieri di quel periodo storico possano essere solamente un lontano ricordo. Da militante la storia di Ramelli mi ha sempre colpito e la reputo un avvenimento simbolo degli anni ‘70, quegli anni ‘70 sporchi di sangue e violenza”.