Ciurma: “Da Tor Sapienza all’Infernetto: il municipio X prende in carico gli immigrati”
Ostia - Riceviamo e pubblichiamo da Stefano Di Tomassi dell’associazione di Ostia ‘La ciurma’:
“Il quartiere Tor Sapienza si è letteralmente ribellato per le politiche adottate dall'Amministrazione Marino in termini d'immigrazione. Si è scatenata una vera e propria 'guerra civile' a stento arginata dalle forze di polizia. Ma la cosa che rabbrividisce è la reazione dei politici che oltre a non prendersi la responsabilità politica della situazione accusano e si dissociano: si dissocia da Marino l'assessore Emanuela Droghei, si dissocia Marino da se stesso accusando addirittura il Viminale. Avrà, a questo punto, ragione la gente a sentirsi 'cornuta e mazziata' dopo che questi politici di centrosinistra prima permettono e poi si dissociano? E intanto molti hanno paura di una nuova colonia Vittorio Emanuele o che si ripeta una situazione analoga a quella delle ex case occupate di Capo d'Armi, sacche di disperazione e devianza nel bel mezzo dei quartieri residenziali nei quali non si sa chi entra e chi esce. Tornando nel merito degli immigrati di Tor Sapienza, c'è da dire che furti, spaccio e prostituzione hanno logorato la seppur robusta pazienza dei residenti, gente che non ci sta proprio ad essere tacciata di razzismo o fascismo, come una certa propaganda di centrosinistra afferma, ancorando la realtà ad un passato sepolto, quando non sa come gestire le situazioni nel presente per non parlare della progettazione del futuro.
I migranti sono stati dunque spostati nel nostro territorio X Municipio di Roma e alloggerebbero in quello che doveva essere un Centro Alzheimer trasformato di fatto in un centro accoglienza immigrati e già al centro delle polemiche per la dubbia legalità della destinazione d'uso oltre che ad un passaggio di consegne amministrativo/economico tra cooperative non molto trasparente. Il fatto ha gettato nello sconforto gran parte dei cittadini di Ostia. Oltre allo sconcerto della popolazione residente si aggiunge la sfiducia dei cittadini di tutta il municipio che combattono quotidianamente contro i furti di ogni tipo nelle case, nelle scuole, nelle chiese e nei centri di culto, vessati dai vandali e dai violenti. Solo qualche settimana fa la denuncia di alcuni sacerdoti di Ostia minacciati pesantemente da alcuni rumeni, per non parlare dei sacrilegi compiuti verso statue e immagini sacre da qualche anno a questa parte. Non ci comprende perché il centrosinistra porti avanti queste iniziative senza alcun collegamento con la realtà civile. Già tempo fa, per esempio, l'assessore Droghei, (moglie del consigliere capitolino d'Ausilio al centro delle polemiche per il sondaggio pagato dai cittadini sulla popolarità di Marino che vorrebbe commissionare ai writer dei centri sociali opere della grandezza di un palazzo raffiguranti l'orsa abbattuta qualche settimana fa, ndr), aveva proposto la costruzione di un Villaggio Rom nella pineta delle Acque Rosse, idea fortemente osteggiata dai cittadini tanto da essere bloccata sul nascere. Il messaggio della città fu ed è sempre stato chiaro: certo, si può essere d'accordo con progetti di integrazione che abbiano però come finalità anche forme civili di residenza quali l'affitto degli appartamenti. Ma la volontà di costruire un intero villaggio nella pineta quando la cittadinanza manca di servizi essenziali ha messo un po' tutti di traverso.
Ma oltre al fatto in sé del Centro di accoglienza immigrati la riflessione deve farsi più profonda perché questa sembra proprio la Caporetto della gestione dell'ambito sociale di una certa compagine di centrosinistra troppo legata al metodo dell'assistenzialismo sociale e del volontarismo. Se la struttura professionale pubblica, la piattaforma delle competenze di pubblica utilità rimane legata a queste due forme d'intervento (non costituendo un solido tessuto di educatori, pedagogisti e operatori socio pedagogici in pianta stabile) allora assisteremo sempre a questa continua emergenza che conviene a non pochi. Quello che tutti i tecnici stanno dicendo da anni e che anche la cittadinanza ormai ha capito nell'evidenza dei fatti è che il territorio non può più accogliere nuovi flussi migratori. Inoltre gli strumenti per gestire le situazioni non sono abbastanza. Alcuni insegnanti ed educatori riportano le difficoltà che quotidianamente emergono per far fronte ai tanti bisogni legati alle famiglie rom o extracomunitarie, necessità che ovviamente si sommano già alle situazioni di disagio, svantaggio e devianza che sono ormai di ordinaria amministrazione. La realtà è più pensante del fatto in sé di oggi e per il quale già comitati di quartiere e cittadini iniziano a sfilare per le strade. La realtà è più drammatica e descrive la situazione di un'amministrazione di centrosinistra che deve assolutamente imparare a gestire queste situazioni con senso di responsabilità e questo si fonda sull'ascolto della gente, dei cittadini da un lato, dall'altro chiedendo con umiltà ai tecnici del settore, sia sociopedagogico sia alle categorie più legate alla pubblica sicurezza, la sostenibilità delle loro scelte politiche che, come si è visto a Tor Sapienza, se non ponderate nella corretta modalità possono poi sfociare in gravi conflitti e 'guerre tra poveri', tra popolazioni e culture, oltre che in scontri con le forze dell'ordine già impegnate moltissimo nella salvaguardia della sicurezza messa a dura prova dai molti cortei cittadini”.
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