Ostia – “La Regione Lazio sta inviando i cosiddetti ‘Avvisi Bonari’, con i quali viene richiesto il “recupero dell'evasione relativa alla compartecipazione dei cittadini alla spesa”, alle utenti che hanno usufruito di prestazioni sanitarie presso i consultori familiari della Asl RmD, persino quelle effettuate nel 2010”, denuncia in una nota il Cobas Asl RmD.


IL COBAS ASL RMD – “Lor Signori ignorano che, come da Legge nazionale n. 405/1975 e Legge Regionale 15/1976, le prestazioni Consultoriali sono totalmente gratuite e ad accesso diretto senza necessità, quindi, di prescrizione medica”, sottolinea il Cobas Asl RmD, che “chiede urgentemente revoca di tali ingiustificati e vergognosi provvedimenti e, allo stesso tempo, immediati chiarimenti in merito a tale incredibile decisione”.


I SERVIZI – Nei consultori familiari vengono erogati servizi che vanno dalle visite ginecologiche e pediatriche all’assistenza psicologica, alle vaccinazioni alle cure odontoiatriche per i minori secondo l’ottica di garantire ai nuclei familiari, alle donne e ai bambini, in particolare, cure e servizi in tempi brevi, gratuitamente. Se quanto segnalato dalla sigla corrispondesse al vero in favore di un provvedimento assunto dalla Regione Lazio forse per attuare uno step nell’ambito del ‘piano di rientro’, si determinerebbe, attraverso la richiesta del pagamento del ticket, una limitazione all’accesso e fruizione di importanti servizi fino ad ora disponibili per tutti i cittadini, anche i meno abbienti.


‘FATTO GRAVISSIMO’ - Cesare Morra del Cobas Asl RmD dichiara: “La richiesta del pagamento di un ticket per usufruire dei servizi nei consultori è un fatto gravissimo. Le richieste stanno arrivando da ieri alle utenti delle strutture di Acilia, Fiumicino e, pensiamo, degli altri consultori della regione senza che, oltre tutto, gli operatori che vi lavorano ne fossero a conoscenza. Intendiamo chiedere subito chiarimenti e la revoca di questo provvedimento”, dichiara.


“A seguito del nostro comunicato continuano a pervenire informazioni e notizie in merito a questa situazione di estrema gravità. Chiaramente verificheremo ed approfondiremo quanto stia realmente accadendo, ma in ogni caso, errore o no, la Regione Lazio deve immediatamente fare chiarezza revocando i provvedimenti adottati e bloccando quelli in via di adozione. Non sappiamo se sia un errore o meno, ma resta, in ogni caso, grave che si sia arrivati a ciò senza neanche una minima informazione alle operatrici e agli operatori che operano nei Consultori. Se tale atti dovessero proseguire ci si troverebbe davanti ad un possibile ingiustificato e vergognoso procurato allarme, alla violazione della privacy, nonchè alla cancellazione definitiva dei Consultori Familiari”, conclude Cesare Morra.