Cocaina, armi e tentato omicidio: maxi operazione della polizia a Laurentino 38. 5 arresti
Di Redazione il 15/04/2024
Nel corso dell’operazione ‘Metamorfosi’, condotta dagli agenti del IX Distretto Esposizione sono inoltre state condotte 13 perquisizioni. Durante l'attività sono stati sequestrati 27mila euro e 3 Rolex
Roma – Vasta operazione della polizia al Laurentino 38, quartiere di Roma sud, contro lo spaccio di cocaina, la detenzione illegale di armi, partita da una sparatoria lo scorso settembre.
Alle prime ore dell'alba gli agenti del IX Distretto Esposizione, con la collaborazione dell’XI Distretto San Paolo, dell’VIII Distretto Tor Carbone, del Commissariato Romanina, del XIV Distretto Primavalle, del Reparto Volanti, del Reparto Prevenzione Crimine Lazio, del Reparto Mobile di Roma, della Squadra Mobile di Roma, delle Squadre Cinofile, della Polizia Scientifica e di personale dei Vigili del Fuoco hanno dato esecuzione a 5 misure cautelari, emesse dal Gip del Tribunale di Roma, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di cinque soggetti residenti nel quartiere Laurentino 38 poiché gravemente indiziati, a vario titolo, di tentato omicidio, porto abusivo di arma da fuoco, detenzione e spaccio di sostanza stupefacente e violazione della legge sulle armi; tre di queste misure sono in carcere e due agli arresti domiciliari. Gli operatori hanno eseguito anche 13 perquisizioni delegati dall’A.G., emessi nei confronti di 13 indagati.
L'indagine trae origine da quanto accaduto nella notte del 27 settembre scorso quando, presso il pronto soccorso dell'ospedale Sant’Eugenio giunse C.A. ferito alla gamba destra da colpi d'arma da fuoco.
Le indagini, condotte anche attraverso sistemi di intercettazione ambientale da parte degli investigatori del IX Distretto Esposizione, hanno consentito di far luce non solo sulle esatte dinamiche dell'evento, ma anche su quelli che sono stati i motivi che hanno determinato l'aggressione, consentendo di giungere, quindi, all'identificazione degli autori del reato che sono risultati essere i fratelli M.
Proprio in via Kafka, da diversi anni prolifera una collaudata attività di spaccio di stupefacenti gestita dai fratelli in questione, che hanno imposto la loro egemonia in questa porzione di territorio giungendo addirittura all'uso delle armi nel caso in cui qualcuno tenti di invadere la zona al cui interno esercitano il loro predominio. Emblematica a tal proposito è stata l'indagine conclusa in merito alla sparatoria che ha visto vittima C.A. che, su invito proprio dei fratelli M., si era mostrato restio ad allontanarsi dalla predetta via, venendo così ferito gravemente con colpi d'arma da fuoco.
È risultato evidente quindi che i fratelli, che non lavorano e hanno precedenti di polizia in materia di spaccio di sostanza stupefacente, vivono con i proventi derivanti dall'illecita attività, tenuto conto che nel corso degli anni si sono organizzati in modo attento e capillare, predisponendo una struttura organizzata, stabile, con lo scopo di realizzare il loro programma criminoso da cui deriva un grande allarme sociale nel quartiere.
Durante l'attività investigativa sono state intercettate conversazioni e/o comunicazioni tra presenti in cui i vari soggetti monitorati hanno fatto esplicito riferimento all'attività di spaccio esercitata dai fratelli M. indicandoli come gestori della piazza di spaccio dell'XI Ponte, ossia di via Kafka.
Nel corso dell’indagine, oltre ad avere acquisito elementi probatori a carico degli indagati, i fratelli M., perché ritenuti responsabili di tentato omicidio avvenuto nei confronti di C.A. il 27 settembre scorso, sono emersi elementi a carico di 11 persone facenti capo al noto pregiudicato B.V.A., in merito a una fiorente attività di detenzione e spaccio di cocaina, per cui i servizi di riscontro organizzati hanno permesso di rinvenire non solo notevoli quantitativi di sostanza stupefacente ma anche armi da fuoco illegalmente detenute.
Durante l’esecuzione delle misure sono stati sequestrati 27.000 euro in contanti e 3 Rolex.
Ad ogni modo tutti gli indagati sono da ritenere presunti innocenti, in considerazione dell'attuale fase del procedimento, ovvero quella delle indagini preliminari, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.