Ostia – Occhi puntati sulla Casa del Parto naturale, la struttura posta all’interno dell’ospedale Grassi di Ostia per la cui apertura si batte da anni il Comitato a Difesa della Casa del Parto e dei Servizi Materno Infantili.

La Casa del parto Acqualuce
, chiusa ormai da anni, che rappresenterebbe un’eccellenza nel centro-sud Italia per le donne per la possibilità di partorire in modo naturale, sembra che sarà smantellata dalla Regione Lazio, senza essere pertanto riaperta, come il Comitato e tante donne si augurano, per accogliere un laboratorio di Telemedicina di cardiologia, un progetto della stessa Regione.

Indignata la reazione del Comitato a Difesa della Casa del Parto e dei Servizi Materno Infantili che, al riguardo, ha diffuso un comunicato stampa che di seguito pubblichiamo:

La Casa del Parto “Acqualuce” è sempre stata osteggiata, il parto naturale nella Regione Lazio, come celebrato dall’OMS, si poteva praticare solo ad Ostia in modo gratuito ed in una struttura all’avanguardia, sicura e ad un costo di molto inferiore per la struttura ospedaliera, ma nel tempo non ha mai avuto del personale ostetrico dedicato, come avrebbe dovuto, per funzionare al meglio.

Nella Casa del Parto le donne hanno sempre partorito per volere delle donne delle donne stesse e delle operatrici che con fatica e in regime di reperibilità hanno dato la loro disponibilità. C’erano liste d’attesa molto lunghe perché chi ha celebrato la sua apertura non ha sostenuto l’operatività, in quanto non ha mai inserito il personale ostetrico dedicato, di conseguenza il parto non poteva essere garantito al cento per cento per tutte le gestanti.

Si spesero, inoltre, dei soldi pubblici per collegare la struttura al vicino blocco parto come imponevano le regole quindi un adeguamento per fare in modo che funzionasse. Ora, dopo lungo tempo di trattative di modifiche e discussioni, ed un altro lunghissimo tempo di silenzio vediamo strani movimenti all’interno della Casa, la Regione Lazio dopo molte promesse fatte alle donne mai mantenute, sta inserendo nelle stanze della “Casetta”, così chiamata affettuosamente dalle gestanti, una attività completamente avulsa dal parto naturale di cui non abbiamo indicazioni.

Si dice un progetto finanziato dalla Regione che prevede l’assunzione di figure specifiche con macchinari necessari al progetto…….. Per anni non c’erano fondi da dedicare alla struttura “Acqualuce”, mentre si sono trovati per altro, per anni ci hanno preso per i fondelli , ora in barba alle esigenze delle donne si destinano quei locali ad altre specializzazioni, invece di mettere nero su bianco una volta per tutte il suo funzionamento, per il quale, basterebbe assumere ostetriche dedicate alla Casa. Come al solito i bisogni delle donne vengono relegati in secondo piano. Di fretta e di furia, come solo i ladri sanno fare, dismettono una struttura fiore all’occhiello della Regione per farne altro senza concertazione…. Un applauso a Zingaretti e tutti i lor signori tutti…”.