Commemorazione ai caduti, la cerimonia emozionante della Polizia di Ostia
Di Silvia Tocci il 27/10/2024
Le forze dell'ordine ricordano i colleghi caduti e le persone che si impegnano ogni giorno per il bene comune e per dare servizi all'altezza delle esigenze dei cittadini. Presso il commissariato del X distretto deposta corona di fiori e suonato l'inno di Mameli.
Roma - Una cerimonia emozionante, una giornata importante per ricordare chi ha dato tutto, compresa la vita, in nome di valori come la pace, la solidarietà e la democrazia. Una commemorazione quella che si è svolta sabato 28 ottobre presso il commissariato di Polizia di Stato del Decimo distretto, per onorare come ogni anno il ricordo di chi “è caduto sotto i colpi di un'arma da fuoco, o sotto la pioggia indiscriminata delle bombe o qualsiasi altra forma di violenza”. Queste le parole dell'ispettore dott. Francesco Petrucci, che ha portato anche il benvenuto del Dirigente del X Distretto, la Dott.ssa Maria Sironi.
Il dott. Petrucci ha ringraziato innanzitutto tutti i presenti e chi ha contribuito allo svolgimento della commemorazione, che dopo i discorsi e e la deposizione di una corona sulle note della tromba della fanfara della Polizia, si è conclusa con l'Inno di Mameli. Presente anche il presidente del Municipio X di Roma Mario Falconi. A organizzare il Lions Club di Ostia, che i dirigenti hanno ringraziato insieme al Parroco Don Giovanni, alla Protezione Civile, ai rappresentanti della Polizia di Stato, dell'Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Capitaneria di Porto, di Roma Capitale, alle associazioni ed “a tutti i presenti che ogni giorno lavorano e si impegnano per dare servizi all'altezza delle esigenze”.
“Questa giornata – ha proseguito il dott. Petrucci - ci deve ricordare che il modo migliore per commemorare degnamente i nostri caduti è impegnarsi in prima persona, ogni giorno, nel nome dei diritti ma anche dei doveri di ognuno di noi. Ai bambini, ragazzi e giovani chiedo di custodire e difendere con orgoglio la nostra costituzione affinché rimanga sempre il pilastro fondamentale della democrazia, del nostro vivere civile, della dignità e del rispetto di tutti i cittadini. Questa cerimonia, è per noi l'occasione di tributare alle vittime il riconoscimento di quella dignità che pur costituendo l'essenza e il valore imprescindibile della persona umana, viene calpestata, irrisa, offesa e violata ogni volta che il dialogo è sopraffatto dalla violenza, il confronto soffocato dall'aggressione, la libertà oppressa da ideologie che invece la considerano una minaccia.
Onorare il ricordo di chi è caduto sotto i colpi di un'arma da fuoco, o sotto la pioggia indiscriminata delle bombe o qualsiasi altra forma di violenza, spesso senza sapere chi era il nemico, vuol dire prendere coscienza della necessità, urgente, di una concreta cultura di pace, legalità e sicurezza. E' su queste stesse basi, in una ricorrenza come quella odierna, che diviene essenziale riflettere sul senso della vita, sulla nostra esistenza troppo spesso marchiata a fuoco da episodi di prepotenza che si scontrano con il bisogno ineludibile di una cultura di pace. I tanti morti che oggi ricordiamo, infatti, sono anche le vittime di una violenza contemporanea che si presenta sgranata in mille sedi, mille luoghi, mille occasioni. Perché, a differenza del passato, questa aggressività che semina morte si inscrive in un tempo incerto e instabile, in una società che fatica, di suo, a trovare valori e significati. Assistiamo inermi a frammenti di guerra in tempi di pace apparente.
Il risultato è che oggi non siamo in grado di fare ragionevoli previsioni sul futuro prossimo su tanti aspetti della nostra vita quotidiana: la salute, il lavoro, il reddito, le relazioni sociali, i diritti e le diseguaglianze. Bisogna avere più fiducia in noi stessi e creare una collaborazione sinergica tra tutte le persone che hanno a cuore il futuro dei propri figli e delle proprie famiglie. Siamo qui per ritrovare comunemente il senso della vita, il valore delle scelte che possano renderci più umani, per aiutare chi rimane più indietro perché è più debole e sofferente. Ed è con questa consapevolezza che concludo ribadendo con immenso orgoglio l’amore per il nostro paese il nostro Paese, ed i suoi spiccati e fieri valori verso la pace, la solidarietà e democrazia”, ha così concluso il dott. Petrucci.
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