Fiumicino - “Il commissariamento rappresenterebbe l’anticamera della morte per Alitalia. Ai Ministri che la vedono come unica strada percorribile chiedo: prenotereste un volo con la ex compagnia di bandiera per quest’estate sapendo bene che un commissario straordinario deve essere autorizzato ogni mese a volare come a qualsiasi operazione economica e finanziaria? Non credo. Sarebbe la fine di qualsiasi ipotesi di rilancio con un’incertezza sulle prenotazioni e su qualsiasi possibilità commerciale per un’azienda che ancora trasporta 23 milioni di passeggeri l’anno con circa tre miliardi di profitti.

Siamo davanti a una fase difficilissima che però occorre affrontare con grande responsabilità istituzionale, calma e sangue freddo. Senza dare la sensazione di una situazione che sta precipitando. Non si liquida in questo modo un asset strategico per tutto il nostro Paese. Per fortuna leggo nelle ultime dichiarazioni di autorevoli esponenti politici, comprese quelle del Presidente del Partito Democratico, qualche importante apertura sulla necessità di intraprendere altre strade, alternative al fallimento. In Europa a nessuno Stato verrebbe in mente di abbandonare la compagnia di bandiera al proprio destino.

Il Comune di Fiumicino è in campo con una proposta di merito votata da tutto il Consiglio comunale per far sì che le grandi aziende nazionali, Ferrovie dello Stato, Leonardo-Finmeccanica ed Eni scendano in campo nel 51% di Alitalia per risollevare l’azienda e farle occupare il posto che merita a livello europeo e internazionale. Ci sono 40mila lavoratori che rischiano di andare a casa e non sono loro i responsabili dei 600 milioni di euro di deficit accumulati solo nel 2016. Non possiamo abbandonarli al loro destino, a pagare per tutto e per tutti”. lo dichiara in una nota il sindaco di Fiumicino Esterino Montino. 


Sulla vicenda interviene il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti: “Avrei preferito un altro esito. Ma se Alitalia si ritrova in crisi profonda per l’ennesima volta negli ultimi anni la responsabilità non è certo dei lavoratori, bensì di una storia complessa, di manager, di vari “capitani coraggiosi” e di piani industriali incapaci di intercettare la crescita della domanda interna di trasporto aereo. E’ un paradosso, infatti, o forse sintomo di incapacità dalla privatizzazione ad oggi, che di fronte alla crescita costante del trasporto aereo in Italia e in Europa un vettore come Alitalia non riesca a stare sul mercato”.

“Ora siamo di fronte ad un dramma che, a questo punto, rischia di trascinare con pesantissime ripercussioni sull’indotto e su tutto il sistema aeroportuale di Roma e del Lazio, migliaia di lavoratori che non hanno alcuna colpa e che incidono, con il costo del lavoro, per una piccola parte sui bilanci della ex compagnia di bandiera. Costi che non giustificano in alcun modo il fallimento di strategia industriale che, anche questa volta, si vuole scaricare sui lavoratori e non sui manager che ritroveremo, come è avvenuto in passato, alla guida di altre importanti aziende dopo l’ennesimo clamoroso insuccesso”.

Chiediamo al governo, che in questi mesi ha fatto molto, di percorrere tutte le strade – conclude Zingaretti - per evitare che l'Italia perda la propria compagnia di bandiera che significa commercio, turismo, lavoro, competenze professionali, ricerca”.

“Nessun approccio ideologico per affrontare la delicata e drammatica vicenda Alitalia. Come parlamentare del territorio di Fiumicino e come membro della Commissione Trasporti giudico, dunque, la rigidità espressa in queste ore dai Ministri Calenda e Poletti potenzialmente molto pericolosa sia per il destino della compagnia aerea che per il futuro di migliaia di lavoratori di Alitalia e dell'indotto. Mettiamo da parte questa ingiustificabile fermezza palesata da alcuni esponenti del Governo e iniziamo a pensare a tutte le soluzioni possibili per poter salvare Alitalia. A riguardo, perché non prevedere un impegno, industriale non assistenziale, di grandi realtà nazionali, come Finmeccanica, Ferrovie dello Stato e Poste Italiane, per evitare il fallimento di Alitalia? Trattasi di grandi ‘campioni nazionali’ che potrebbero benissimo integrare le proprie attività con quelle di una grande compagnia aerea, sviluppando sinergie ed economie di scala in grado di mettere in campo un piano industriale credibile e concreto. Il Governo si muova risolutamente su questa strada, senza indugi e senza tentennamenti”. Ha detto il deputato dem, Emiliano Minnucci, in merito alla situazione Alitalia.


“Nell’era della globalizzazione, con l’aumento esponenziale dei passeggeri, i governi non eletti degli ultimi anni sono riusciti a far fallire la compagnia aerea di bandiera. Scelte scellerate e un management incapace hanno fatto naufragare ogni tentativo di rilancio di Alitalia, e il rischio di creare un’emergenza lavorativa senza precedenti è dietro l’angolo. In più, dovremo fare i conti con la beffa di poter diventare ancora una volta territorio di conquista a prezzi stracciati per imprenditori esteri, offrendo così l’ennesima opportunità speculativa che fa cedere pezzi di sovranità al Paese. La nostra ormai sembra una compagnia di bandiera ammainata, impugnata da un manipolo di improvvisati dirigenti strapagati con il sacrificio di migliaia di dipendenti che dovranno cercarsi una nuova occupazione”. E' quanto dichiara Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio di Fratelli d'Italia