CONTINUA IL PONZA IN FESTIVAL, FINE SETTIMANA CON SAGI REI
E’ partita la seconda edizione del Ponza in Festival, (Villa le Tortore - loc. Le Forna, Ponza, ingresso gratuito) in cui la spettacolarità della natura, il teatro, la musica, la poesia si fondono in un’unica essenza. Ponza in Festival mette in gioco le diverse possibilità di esplorazione della presenza scenica attraverso una pluralità di strategie che oscillano tra nudità della performance, sparizioni, moltiplicazioni, eccessi, mancanze, accompagnando il pubblico in un percorso disegnato in un luogo senza tempo, un palcoscenico immerso nella natura, a strapiombo sul mare, una performance sotto le stelle. Ecco il programma di questo fine settimana:
Venerdì 24 luglio – ore 21.30, Emotional Songs con Sagi Rei: Sull’onda del successo del primo album, l’ormai consolidato duo di produttori Max Moroldo (Do It Yourself) e Diego Abaribi (Melodica), pensano che sia arrivato il momento giusto di replicare il progetto “Emotional Songs” con un secondo volume, mantenendo il “concept” del primo album, ma ampliando gli orizzonti musicali con un scelta di sonorità più ampie e varie, affiancando al vecchio concetto di sola voce e chitarra, strumenti come piano, archi e percussioni. Gli arrangiamenti sono stati affidati ad Andrea Pollione (talentuoso pianista), mentre la scelta dei 14 brani da “reinterpretare” è rimasta nelle mani esperte dei due produttori. L’apporto creativo di Sagi Rei all’album e la sua voglia di crescere artisticamente danno vita ad un emozionante album di vecchi e nuovi successi, non solo dance, che spazia dal pop al blues, dal jazz allo swing, con ritmi tribali e contaminazioni elettroniche che lo rendono unico, come se fosse un disco di brani inediti.
Sabato 25 luglio – ore 21.30, “Ancora non ho deciso!” di Andrea Perroni e Mario Scaletta, Pianoforte: Claudio Junior Bielli; Chitarra:Massimo D’Arrigo; Basso:Andrea Terzulli; Batteria: Alessio Renzopaoli. In questo suo nuovo spettacolo Andrea Perroni ci presenta la vita di un giovane alle prese con la famiglia, le donne e le cure fatte di farmaci particolari contro le sue continue crisi d’identità. Battute esilaranti, umorismo spregiudicato, intelligente e privo di volgarità, di un’immediatezza che arriva dritta al cuore della gente, scatenandone l’ilarità e la forte partecipazione. Un “one-man show” vero e proprio con una colonna sonora formata da quattro musicisti che accompagna l’intero spettacolo.
Domenica 26 luglio – ore 21.3, “L’importante è vincere senza partecipare” di Lillo Petrolo , regia e musiche dell’autore con Paola Minaccioni e Barbara Folchitto. “L’importante è vincere senza partecipare”, è una divertente, ironica e cinica commedia firmata e diretta da Lillo (inseparabile partner di Greg), che percorre in chiave umoristica alcuni meccanismi innescati dal bisogno di sentirsi, nella vita, vincenti a tutti i costi. Paola (Paola Minaccioni) e Federica (Barbara Folchitto) sono due donne apparentemente diverse, per carattere e stile di vita, ma in realtà hanno nevrosi molto simili. Le due protagoniste hanno accettato di sottoporsi ad una nuova terapia psicoanalitica. Una luminare della psicoanalisi, la professoressa Gardin, ha inventato un gioco in cui, avanzando con i dadi, si affrontano problematiche e casi irrisolti della propria esistenza. La scena è un’enorme plancia di gioco su cui le due donne si muovono come fossero pedine. Tutti gli elementi che solitamente incatenano la nostra vita in questo gioco vengono affrontati e risolti se si vuole arrivare al traguardo. Ma, attenzione, solo chi arriva per primo può accedere alla diagnosi di “Al”, il computer centrale, che darà il suo responso a seconda di come la vincitrice ha giocato. “Anche se in scena vedremo sempre Federica e Paola, sentiremo le voci di tanti personaggi facenti parte della vita delle due - spiega Lillo - e soprattutto quella di un misterioso vicino che si rivelerà, alla fine, un elemento importante della terapia. Ho cercato, come già faccio quando lavoro con Greg, di affrontare tematiche reali in cui tutti si possono identificare ma in modo estremamente surreale”.