Ostia - Dalle prime ore di questa mattina le Fiamme Gialle di Ostia, al termine di una complessa indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma, hanno sequestrato un ingente quantitativo di beni - tra cui quote societarie, compendi aziendali, immobili, auto di lusso e disponibilità finanziarie - nella disponibilità di 35 imprenditori cinesi, tutti operanti all’interno del noto sito commerciale Commercity, situato al Portuense, vicino alla nuova Fiera di Roma. Nell’operazione sono impiegati oltre 150 militari del II Gruppo Roma, supportati da un elicottero del Reparto Operativo Aeronavale di Civitavecchia.
Le indagini hanno preso l’avvio dal censimento delle aziende operanti nel settore del cosiddetto ‘pronto moda’ di Commercity. E’ così emersa lamassiccia presenza di imprese di proprietà e/o comunque amministrate da cinesi per oltre il 50% del totale degli operatori attivi.
Nonostante questo, però, il volume d'affari prodotto da queste imprese equivaleva, però, solo al 9,2%del totale delle movimentazioni prodotte nel maxi hub, pari, complessivamente a 167.905.234 euro. Questa ‘anomalia’ ha indotto i finanzieri del II Gruppo Roma - Ostia a puntare l’attenzione sulle imprese che presentavano maggiori indici di pericolosità, ricostruendone puntualmente il percorso delle merci fino ai siti di produzione.
Confrontando, quindi, la documentazione contabile con i riscontri ottenuti dal pedinamento dei vari Tir e container sui quali la merce viaggiava, i militari hanno scoperto che le aziende offrivano sul mercatocapi di abbigliamento ‘tarocchi’ con falsa etichetta ‘made in Italy’, ma, in realtà, prodotti in Cina e introdotti in Italia grazie alla “intermediazione” di fornitori e confezionatori operanti nella ‘Chinatown’ di Prato. E’ stata così sventata l’immissione di oltre 3 milioni di capi per un valore di 6 milioni di euro.
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