Roma - Il sindaco di Roma Ignazio Marino e il prefetto Giuseppe Pecoraro si sono incontrati questo pomeriggio in Campidoglio per un confronto alla luce dell’inchiesta condotta dal procuratore capo Giuseppe Pignatone. Nel corso dell’incontro, che si è svolto in un clima di massima collaborazione, il prefetto ha espresso preoccupazione per l’incolumità personale del primo cittadino in quanto ostacolo, secondo quanto emerso dalle intercettazioni, ai disegni del sistema criminale e ha chiesto al sindaco di modificare le modalità degli spostamenti e di accettare la protezione delle forze dell’ordine. Il primo cittadino, da parte sua, ha chiesto al prefetto supporto per far emergere fino in fondo tutti gli aspetti criminali che colpiscono la città mettendo a disposizione, per il raggiungimento di questo obiettivo, tutti gli strumenti possibili. Obiettivo comune delle due istituzioni è quello di restituire a Roma condizioni di assoluta legalità per il contrasto di contro ogni disegno criminale.



Questa mattina il sindaco ha chiesto un incontro al presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone e quindi si è incontrato con lui nei suoi uffici. “Questa Amministrazione ha improntato il suo lavoro sulla trasparenza e per questo intendo andare fino in fondo verificando uno per uno tutti gli appalti dubbi o opachi. Insieme all'assessore al Bilancio Silvia Scozzese, abbiamo chiesto al presidente che un pool di esperti dell'Autorità passi in rassegna tutti gli appalti che sono al momento in essere e su cui nutriamo delle preoccupazioni”, ha spiegato Ignazio Marino. “Questa lista, insieme a quesiti specifici sugli aspetti giuridici di altre attività in corso di Roma Capitale che sono già oggetto di indagine, costituiranno una relazione che consegneremo al presidente Cantone nelle prossime ore. Abbiamo il dovere e la volontà di andare fino in fondo, come già abbiamo fatto chiamando gli ispettori del Mef a certificare il buco di bilancio. I cittadini romani meritano rispetto e la nostra Amministrazione continuerà il suo lavoro sulla strada della legalità", conclude.


“Propongo al Presidente del Consiglio dei ministri Renzi di approvare un decreto legge urgente che, sull'esempio di quanto accaduto con Ilva, confischi e utilizzi i 200 milioni di euro per realizzare 100 asili nido e dare lavoro a quattromila giovani”. A lanciare la proposta è il leader dei Verdi Angelo Bonelli che aggiunge: "Con i 200 milioni di euro sequestrati alla cupola criminale si potrebbero costruire 100 nuovi asili nido, risolvendo, così, il drammatico problema delle liste di attesa e dare lavoro a 4.000 persone per pulire le aree verdi del comune e fare la manutenzione della città”. "Roma deve riprendersi subito i soldi dalla cupola criminale e il governo lo può fare con decreto legge e facendo gestire i soldi confiscati al commissario anticorruzione Cantone e al sindaco Marino - concude Bonelli -. I Verdi dicono grazie al capo della Procura di Roma Pignatone e il comandante dei Ros, generale Parente, perché la loro azione sta cominciando a liberare Roma dalle nebbie”.


“In attesa delle verifiche che ho disposto sulle gare della Regione, ho intanto chiesto la sospensione dell’assegnazione delle gare in corso”, scrive sul proprio profilo twitter il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. Il governatore, sulla base della lettura degli sviluppi dell’inchiesta ‘Mafia Capitale’, ha disposto un’indagine conoscitiva presso tutte le principali centrali appaltanti della Regione quali Asl, Ater, Centrale Unica e Dipartimenti per conoscere se società legate all’inchiesta abbiano partecipato a gare e a bandi pubblici ed il loro esito. Vista la gravità e l’eccezionalità della situazione occorre senza indugio portare alla luce qualsiasi tentativo di aggressione o infiltrazione possibile e nel caso fare chiarezza, mettendo a disposizione della Procura tutte le informazioni acquisite”, ha aggiunto Nicola Zingaretti.


“Roma Capitale deve essere commissariata, è una scelta umiliante per tutta la città ma oggi è l’unica via percorribile, è necessaria. Gli elementi dell’inchiesta Mondo di Mezzo ne sono sicuramente primaria ragione, ma l’incapacità di Marino nel governare una città allo sbando ne rappresenta un ulteriore valido motivo. E’ impensabile che mentre la sinistra proteggeva profughi e rom, qualcuno ci mangiava sopra, di fatto sbeffeggiando la cittadinanza romana. Mentre Tor Sapienza si ribellava e le periferie di questa città si incendiavano, le solite cooperative facevano affari d’oro. I romani rivendicano giustizia, competenza, onestà e gente non ricattabile”, è quanto dichiara Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio.