Roma - «Soltanto avviando un percorso complementare di azioni e provvedimenti specifici la nostra Regione sarà in grado di migliorare la qualità della vita delle persone disabili e delle loro famiglie. Un’attenzione questa che dovrà riguardare anche l’aspetto economico con risorse mirate volte a progetti di vita indipendente per i disabili in grado di autodeterminarsi». Lo sostiene Pierfrancesco Dauri candidato al Consiglio regionale del Lazio nelle liste de La Destra, per Storace presidente, in risposta alle istanze dell’Associazione familiari dei disabili gravi e gravissimi.

 

«Affinché il Lazio possa essere considerato alla stregua delle altre grandi regioni europee è necessario che vi sia un impegno specifico per istituire un capitolo di spesa ad hoc all’interno delle voci sociosanitarie che comprenda fondi extra per i Livelli essenziali di assistenza (Lea) dedicati alla disabilità grave così come previsto dalla legge 328/2000. Inoltre – spiega  Dauri – è ora che la nostra Regione riconosca, impegnandosi con un progetto di legge, la figura del family caregiver ossia di colui che in casa si prende cura del familiare. E che in questo medesimo contesto si provveda a realizzare un piano di azione con i centri di assistenza domiciliare delle Asl, proporzionali ai livelli di disabilità e alle esigenze conseguenti, anche per l’acquisto di quei beni e servizi sanitari volti a migliorare la quotidianità».


«Tuttavia siamo sulla buona strada per dare risposte concrete alle famiglie con un disabile grave in casa infatti, con Francesco Storace, il Lazio sarà la prima regione italiana a dotarsi di un assessorato unico per il settore sociale e sanitario – conclude Dauri -: l’unico strumento che permette di gestire in tempo reale le risposte necessarie alle persone con grave handicap. Nonché di farsi portavoce presso il governo nazionale di richieste specifiche. Tra queste l’impegno di farsi promotrice presso la conferenza Stato-regioni del rifinanziamento del fondo sanitario per la non autosufficienza azzerato nel 2011, accessibile a tutti a parità di bisogno».