Il 12 luglio scorso è stato approvato il Decreto Dignità, una misura di legge che introduce importanti novità nell’ambito dei contratti lavorativi, dell’impiego precario, della lotta contro le ludopatie e nel settore fiscale. Come spesso accade in Italia queste novità hanno scatenato sia pareri positivi che cori di voci contrarie. Se i temi dell’occupazione e delle tasse sono di evidente interesse generale, è probabile che non molti cittadini si sentano invece toccati o coinvolti dagli articoli che prevedono il blocco totale della pubblicità per il gioco d’azzardo, ma si sbagliano.

L’articolo 9, quello intitolato “Divieto di pubblicità giochi e scommesse” ha una portata così ampia che la maggioranza degli italiani verrà toccata direttamente o indirettamente.

Detto in modo breve e semplificato, l’articolo 9 introduce il divieto totale di qualsiasi forma di pubblicità del gioco d’azzardo in tutte le sue forme (televisione, carta stampata, internet), e ciò include non solo i messaggi promozionali ma anche le sponsorizzazioni a squadre di calcio o di altri sport. La motivazione alla base di un tale blocco, che ci ricorda esattamente quello introdotto molti anni fa per il fumo, è quello di proteggere i cittadini dai rischi del gioco e di dare un segnale forte nella lotta alle ludopatie. Su questo versante, infatti, esistono molte iniziative locali come ad esempio il Centro di Prevenzione aperto nell’ex bisca clandestina degli Spada ad Ostia, ma il decreto dignità introduce una regolamentazione a livello nazionale che avrà certamente un forte impatto su molti settori e a vari livelli.

Non solo saranno infatti toccati quegli utenti che scelgono di godere di una delle possibili forme di intrattenimento online, magari giocando nei casino gratis che sono presenti nella rete, ma produrrà effetti anche per chi semplicemente ama il calcio, o lo sport in generale. Il perché è presto spiegato. Il gioco d’azzardo ha registrato una crescita incredibile negli ultimi anni grazie alla sua facilità di accesso, alla convenienza dei bonus offerti ed al fatto che offre intrattenimento sicuro e legale. Tali elementi lo hanno portato ad essere il terzo settore economico più importante d’Italia e le sue risorse sono andate a sostenere molti altri settori, come ad esempio quello delle sponsorizzazioni sportive. Sono numerose le squadre di calcio, e non solo, che basano buona parte del loro bilancio sui fondi provenienti da società di scommesse e di gaming.

Due esempi ci sono particolarmente vicini e sono le sponsorizzazioni delle squadre della Roma e della Lazio, che ora sono a rischio.

Proprio nei giorni che precedenti l’approvazione del decreto dignità le due squadre si trovavano in trattativa con i loro sponsor. La As Roma avrebbe chiuso un contratto triennale con la società Betway mentre per la Lazio, il Presidente Lotito stava discutendo un contratto triennale del valore di 7 milioni di euro, poi firmato, con la società Marathonbet, un operatore di scommesse.

Mentre il Codacons ha denunciato questi due contratti come un tentativo di eludere o aggirare le norme del Decreto Dignità, c’è chi ha ricordato che, nella stagione 2017/2018, sono state ben dodici le società della serie A che hanno firmato contratti con aziende del settore scommesse o gioco online.

Il divieto totale della pubblicità renderà impossibili in futuro queste sponsorizzazioni con gravi danni ai bilanci delle squadre che si vedranno penalizzate anche a livello internazionale rispetto a Società che invece non devono trattare con questo tipo di blocchi. Che ne sarà quindi del calcio italiano se il decreto dignità proseguirà il suo iter?