L'omicidio di Pier Paolo Pasolini è ancora avvolto da un alone di mistero e le nuove analisi sui vecchi reperti potrebbero sciogliere parecchi dubbi. I Carabinieri del Ris, delegati dagli inquirenti della Procura di Roma, hanno iniziato un “accertamento tecnico irripetibile” per riesaminare i vecchi reperti che furono rinvenuti dopo il delitto avvenuto il 2 novembre del 1975, all'Idroscalo di Ostia.

Guido Mazzon, cugino di Pasolini, si è costituito come parte offesa ed al suo legale l'avvocato Stefano Maccioni, coadiuvato dall'avvocato Guido Calvi, è stato passato in rassegna tutto il “materiale sequestrato” a partire dalla tavoletta con la quale sarebbe stato ucciso Pasolini da Pino Pelosi, per passare agli indumenti ed effetti personali di quest'ultimo e dello scrittore. Oltre a quanto era presente sull'auto con la quale sarebbe stato investito Pasolini.

Gli esperti del Ris, inoltre, dovranno concentrarsi anche su alcuni oggetti di cui non si è mai accertata con chiarezza la proprietà, come il plantare taglia 41-42 che fu rinvenuto nell'abitacolo della macchina. L'avvocato Maccioni, spalleggiato dalla criminologa Simona Ruffini, ha ottenuto la riapertura del caso ed ha spiegato che “le verifiche andranno avanti”. Gli avvocati di Mazzon, al momento, sono “molto soddisfatti del fatto che il Pubblico Ministero Francesco Minisci abbia disposto questo accertamento che si attendeva da tanto tempo” e si augurano che “adesso i risultati delle analisi di laboratorio possano aiutare le indagini per risolvere uno dei misteri intricati del nostro Paese”.