Ennesimo ciclista investito, Federazione Ciclistica Italiana Lazio: "Non ci resta che pregare"
Roma - Riceviamo e pubblichiamo una lettera scritta da Gianfranco Di Pretoro, Responsabile Piste Ciclabili e Viabilita’della Federazione Ciclistica Italiana Lazio a seguito dell'ennesimo ciclista investito.
"Ora la bici è sola!Un’altro ciclista sulla strada di Ladispoli ci ha lasciato ed altri quattro sono stati feriti e traumatizzati dal solito pazzo. Cari amici ciclisti, guardiamo in faccia la realta’.Sulle strade asfaltate provinciali e statali romane si rischia troppo.Mentre l’alta velocita’ degli automezzi potrebbe essere controllata ,l’umore omicida e la distrazione folle di chi guida NO!A questo punto chi puo’ scappi da quest’ambiente.Lo so’,costa tanto,ma è una guerra che abbiamo perso perche’ gli amministratori della Capitali e quelli della Regione Lazio se ne fregano di noi sognatori senza tempo.Mica pensano a difendere i deboli.Non sono consapevoli che il cicloturismo è rispettato in tutte le nazioni europee più evolute tanto da costituire una fonte di reddito locale e nazionale?La stessa critica la muovo ai dirigenti delle varie Federazioni compresa la mia.Si perde tempo a presenziare e troppo poco a tutelare gli interessi di chi è in frontiera per permettere a loro di stare seduti.Giovanissimi,esordienti,allievi,under 23,professionisti e tanti amatori sono spinti dalla loro passione e professione ogni giorno a confrontarsi con la paura sulla strada.Dov’è l’impegno per la costruzione dei ciclodromi cittadini?Cosa state facendo per trovare le soluzioni ai continui drammi famigliari? L’autovelox,la banda rumorosa,il traffico a velocita’ limitata,le corsie parallele a quelle strade non bastano più,ci vogliono le ciclostrade distanti dalla circolazione ordinaria o le barriere solide(come nelle foto) per salvaguardare l’incolumita’ dei cicloturisti .Per gli agonisti stradisti non rimane che pregare!"