DIARIO DI BORDO DE "LA CIURMA": RUBRICA SETTIMANALE
OPERATORI SOCIALI: L’EREDITA’ DI MASSIMO DI SOMMA
Nella Progettazione Sociale i grandi assenti sono gli Operatori Locali: occorre un albo che li identifichi e da cui attingere. (CONTINUA) Professoressa Misso, con la Peer Education, che responsabilizza i ragazzi direttamente verso i ragazzi attraverso laboratori e corsi da loro stessi tenuti, non si rischia di indebolire o addirittura non far emergere affatto la professionalità degli operatori/educatori pedagogici professionali? MISSO: Non c’è questo rischio, o almeno non dovrebbe esserci nei progetti o nelle cooperative serie; i ragazzi “Peer Mentor” propongono le loro attività a piccoli gruppi mentre dietro di loro agisce l’operatore sia nella preparazione preventiva dell’attività, sia in sede di programmazione e progettazione. In poche parole l’educatore o l’operatore espone il laboratorio prima ai peer mentor o ai ragazzi e poi, in una seconda fase, il ragazzo aiuta gli altri nell’attivitò da svolgere.
Non credi che la professione dell’Educatore/Operatore Sociale sia ancora una chimera da districare?
MISSO: Senza dubbio; è il grande assente in fase di progettazione. Abbiamo docenti, psicologi, sociologi, assistenti sociali e un numero svariato di tecnici di varie specialità, ma ci manca un criterio che identifichi chi, oltre alla sua tecnica, abbia le competenze educative e sociali di tipo professionale; credo sia necessario al più presto un database, un albo, un Registro Territoriale degli Operatori Sociali affinché anche noi progettisti possiamo scegliere o ricercare il professionista adatto al singolo bando pubblico educativo direttamente certificato dall’Assessorato.
L’Operatore Sociale unirebbe la tecnica specifica alla conoscenza della rete professionale pubblica e del territorio, facendo da naturale trade union da un lato tra il progetto con i laboratori, le conoscenze , le abilità che sviluppa e dall’altro con le competenze utilizzabili magari nel mondo del lavoro, nelle imprese e le aziende del territorio. E’ più facile infatti avviare la cosiddetta “Continguità” lavorativa dei ragazzi nell’extrascuola dei progetti poiché si fidano di più delle figure non docenti che non hanno di che valutarli ufficialmente; operatori ed educatori hanno spesso una relazione non istituzionale e quindi riescono maggiormente ad ascoltar desideri e aspettative dei giovani tramutabili poi in ricerca di realtà professionali adatti al singolo nell’Orientamento.
Il fatto che questa innovazione nasca dal XIII° Municipio di Roma è una conseguenza storia e culturale; abbiamo qui l’occasione di avere la testimonianza diretta della sorella di Massimo Di Somma, indimenticabile Presidente del Municipio scomparso giovanissimo e prematuramente quand’era ancora in carica e stava lavorando proprio al collegamento tra mondo della scuola e mondo del lavoro locale attraverso i “Patti Territoriali”.
GABRIELLA DI SOMMA: Mio fratello era proprio quello che si definirebbe ora un Operatore Sociale e che poi Istituzionalizzò il suo lavoro in impegno politico; stava in mezzo alla gente, conosceva perfettamente il nostro territorio, le sue esigenze e le sue potenzialità. Grazie ai suoi molteplici viaggi all’estero aveva intravisto anche nel nostro territorio questa frontiera importantissima dell’occupazione locale direttamente connessa alle scuole; era riuscito a mettere tutti d’accordo a livello politico e culturale verso questo concetto di società particolare che si sarebbe autodeterminata tramite le proprie risorse e i propri giovani, grazie al patto solido tra istituzione scolatica e impresa. Gettava così le basi di quelle che poi sarebbero state le progettualità delle borse lavoro o dell’impegno orientativo occupazionale; la sua scomparsa prematura interruppe questa politica ad ampio raggio anche se i politici più strettamente collegabili al suo operato hanno cercato più volte di portare avanti il suo pensiero. In alcuni casi ci sono riusciti, in altri hanno fallito a causa delle divisioni tra partiti, differenze più di tipo ideologico che concrete; quello che venne a mancare è la ricerca di un denominatore comune nella semplicità delle relazioni con i cittadini, un contatto umile, spontaneo, appunto, come dicevamo prima, quasi non istituzionale tipico degli Operatori Sociali.
Quando si parla di Operatori Sociali, di persone che professionalmente siano trade union tra cultura e società, allora immagino sia in parte l’eredità di Massimo e questo mi spinge a credere che l’Istituzionalizzazione di tale figura professionale sia il proseguo del suo sogno e nello stesso tempo l’indistinguibile identità di questa socialità tipica del nostro Municipio XIII che potrebbe dunque essere a buon titolo un modello storico per tutto il Comune Romano.
Grazie Professoressa Gisella Misso e Professoressa Gabriella Di Somma; nella speranza che al più presto possiamo vedere anche gli Operatori Sociali protagonisti della progettazione insieme ai ragazzi e alle altre figure professionali ci diamo appuntamento per una prossima intervista nella quale approfondiremo la personalità del carissimo Massimo di Somma in relazione con la figura emergente dell’Operatore Sociale Territoriale Pedagogico Permanente del quale questa società che si autodetermina pare abbia sempre più bisogno.
GIORNATA DEI RICORDI: IL PROGETTO CONTINUA
Ex del Gruppo Scout Rm 12° FSE si ritrovano nel ricordo di Mauro Muzzioli
“Scegliemmo il 18 Ottobre per ricordare il Rm 12° della fondazione perché era il sabato più comodo in quel periodo post estivo nel quale avevamo lavorato per ricontattare e richiamare tutti gli ex… nessuno di noi avrebbe mai potuto rammentare quello che la fondatrice Luigina Muzzioli ci disse commossa: grazie per aver scelto proprio questa giornata: è il compleanno di Mauro”.
Qualche anno fa una manciata di ex Capi Scout del Gruppo Rm 12° Fse indossarono l’uniforme scout e cominciarono un nuovo servizio chiamandosi Aquile Randagie; chiaramente, pur sapendo di non voler, né poter assolutamente emulare le storiche ed eroiche Aquile Randagie Milanesi, tuttavia scelsero questo nome (esponendosi anche a non poche critiche) per calcare e valorizzare una scelta decisamente sociale del servizio scout, del civismo locale, a contatto con la gente, trasversale rispetto all’associazionismo nazionale, contro la nuova dittatura di questo secolo: il materialismo, l’egoismo. Da questi principi sono nati i progetti dellla “Roccia della Pace” e l’ “Avanzata della Giungla” ; non più una Giungla Silente, nascosta e clandestina ma, per le Aquile Romane, una “Giungla che Avanza”, un mostrarsi dello scoutismo, un partecipare alla vita sociale minorile territoriale e a contatto con l’Istituzione, un testimoniare i valori nella pratica della tecnica scout, un uscire dalle sedi e dalle strutture valicando i muretti e i cortili per essere tra i cittadini senza distinzione di ideologia, di religione, di classe, di ceto, di categoria.
Tuttavia noi non saremmo mai arrivati a capire questo senza Mauro Muzzioli; l’esperienza della sua vita, del suo scoutismo nell’Ostia I°, del suo Roma 12°FSE è stato il terreno fertile di questa nuova scelta e leggendo i suoi temi, un paio in particolare, abbiamo ritrovato il senso di questa speciale identità e il significato della nostra “pesante” eredità. Così l’incipit “IL PROGETTO CONTINUA” si fa concretezza, come profeticamente si diceva nel Libro scritto su Mauro nell’84 e da lui stesso annunciato in un suo tema del ’78 “Un Ponte tra i Cuori”; il progetto continua non soltanto nel Gruppo Scout che vive ancora ( e credo non a caso) una storia decisamente unica e mirabile per la sua associazione nazionale scegliendo con forza un indirizzo decisamente evangelico, di testimonianza religiosa, ma anche per la sua eredità sociale e umana aprendosi verso questo nuovo sentiero agli inizi e che non sappiamo ancora dove possa arrivare, ma che percorriamo umilmente Con l’Aiuto di Dio.
Lo scorso anno la prima GIORNATA/FESTA DEI RICORDI è stata un modo implicito per fare il punto della situazione di fronte a questa nuova consapevolezza che via via credo emerga in tutti; ritrovarsi attorno ai ricordi comuni, nel solco profondo di una storia così importante e significativa, ci avrebbe dato la forza e l’energia di comprendere il nostro speciale percorso e tendere la freccia del nostro servizio futuro verso un domani condiviso e partecipato con maggior vigore per ciascuno. Tuttavia gli anni sono passati e il Gruppo è cambiato; si è arricchito nella sua storia della forte esperienza evangelica, della dimensione del personale e spirituale, della testimonianza cattolica. Questo passaggio generazionale spesso non è stato facile; a volte alcune incomprensioni hanno minato il cammino di questa grande famiglia, ma nonostante tutto chi è rimasto ha saputo portare avanti il testimone. Mentre nel primo anno questa differenza nella storia del Gruppo è risultata ancora come una separazione netta, una diversità non colmabile, già da questa seconda Festa dei Ricordi sembra ci sia un lento ma progressivo riavvicinamento; in particolare grazie al Parroco Don Elio taluni posizioni divergenti o alcune rivendicazioni di parte sembrano stemperarsi, alcune ferite avviarsi a guarigione. In più bisogna dire che la Prima Festa dei Ricordi ha, per così dire, lavorato durante il corso dell’anno; per alcuni è stato un “intero anno di ricordi” perché molti contatti si sono ripresi e tanti incontri sono stati fatti aldilà dell’ufficialità del 18 Ottobre; alcuni si sono incontrati per andare ad aiutare i volontari della protezione civile all’Aquila, altri si sono ritrovati pur vivendo in nazioni differenti.
Insomma sembra che la Festa dei Ricordi abbia fruttato parecchio; ci si aspetta per il prossimo anno una giornata veramente all’insegna della fraternità, nella quale tutti i muri e le barriere possano essere abbattuti in nome del bene comune, magari nel ricordo di Mauro. Speriamo che questo Gruppo Scout possa essere di esempio a molti altri; speriamo che anche negli altri si possa indire una Giornata o Festa dei Ricordi nella quale richiamare tutte le persone che hanno avuto per anni gli stessi colori intorno al collo.
LA MISSIONE CIURMA SCEGLIE OSTIA
Il Comitato Scientifico della Ciurma ridefinisce i confini della Missione Sociale Territoriale
Si è riunito il nuovo Comitato Tecnico Scientifico dell’Associazione La Ciurma composto dal Presidente, da Vojslawa Mitrovich e Susanna Alvarez; all’ordine del giorno l’aggiornamento del Regolamento Tecnico Scientifico datato ormai a Febbraio 2008, la Progettazione delle Certificazioni Ciurma (Corsi di Formazione per Operatore Sociale Territoriale Pedagogico Permanente) divise in tre livelli di competenza, il ridimensionamento dell’attuale Missione Sociale Ostia Lido / Fiumicino Città alla sola territorialità amministrativa - sola si fa per dire! – circoscrivibile in Ostia Lido.
Il ridimensionamento è stato necessario anche perché risulta quasi impossibile seguire i Tavoli Minorili Pubblici e interfacciarsi con l’Assessorato competente visto l’impegno sul territorio del XIII°Municipio di Roma; si auspica che al più prestooperatori neo formati sviluppino la metodologia ciurma nel comune confinante in maniera autonoma e indipendente.
Da questa settimana la Missione Sociale Ciurma intensificherà il suo operato direttamente sul territorio di Ostia Ponente e Levante; la Missione Sociale Ciurma di Ostia Lido dunque si configura attualmente con il Diario di Bordo (periodico extrascolastico minorile), la Rubrica Diario di Bordo (Nuovo Oggi, Ostia Tv, Faro On Line), la Comunità Capi Scout Aquile Randagie, la Ciurma Teatrale.
Nel corso dell’anno il Comitato Tecnico Scientifico Associativo avvierà i corsi intensivi per la formazione di nuovi operatori sociali che verranno impiegati o sul territorio stesso della Missione o, come si spera, in altre amministrazioni o territorialità; in piena coerenza con la Legge 328, che regola i Servizi Sociali, ogni persona può dunque attivare una realtà sociale “ciurma” più o meno grande a seconda della propria formazione. Sia un comune cittadino che un professionista possono formarsi per configurare verticalmente la prorpia unità ciurma in vario modo; ciascuno può accedere alla prima e seconda certificazione formando quindi Presidi e Colonie Ciurma, mentre la terza certificazione è specifica per pedagogisti, operatori ed educatori e permette la configurazione di una Missione Sociale vera e propria nella quale far crescere ed evolvere tutto il ventaglio delle possibilità previste dal metodo ovvero tutti e tre i settori (adulti, minori, comunicazione).