Ostia – Riceviamo e pubblichiamo da Claudia Martucci, presidente dell’Associazione Amici Alzheimer Onlus di Ostia:


"L’Associazione Amici Alzheimer onlus continua la sua battaglia per la riapertura del Centro Alzheimer di Genzano all’interno dell’Istituto San Giovanni di Dio Fatebenefratelli. Il Centro Sperimentale Alzheimer, contenente 20 posti letto, fu autorizzato nel 2003 con D.G.R n. 717 del 25/07/2003 e provvisoriamente accreditato con deliberazione del Direttore Generale della ASL RMH n. 307 del 23/03/2004.


Alla data attuale dopo l’improvvisa chiusura del centro avvenuta per esplicita richiesta della Regione Lazio il 23 dicembre 2013, sono centinaia le famiglie che attendono disperatamente che l’amministrazione si esprima in merito alla questione; famiglie che sono state costrette a riportare alla vigilia di natale il proprio caro in casa senza potersi organizzare adeguatamente e preventivare un’assistenza infermieristica domiciliare.


Noi, il 23 dicembre c’eravamo, ed abbiamo toccato con mano ciò che vuol dire negare il diritto alla salute a persone affette, in questo caso, da malattie dementigene, pazienti costretti ad interrompere improvvisamente il loro percorso terapeutico e di riabilitazione cognitiva. Eravamo lì con l’equipe dei medici, che increduli, hanno visto sgomberare e svuotare l’intero reparto. Negli ultimi due anni, la direzione sanitaria del Fbf ha attuato, come richiesto dalla Regione Lazio e dall’Usl Rm H, una serie di modifiche strutturali per poter perfezionare la funzionalità del centro a favore dei pazienti, ma ciò è risultato “insufficiente” per poter decretare la riapertura del nucleo. Sono passati ulteriori mesi e la Regione Lazio continua a “temporeggiare” parlando di decreti… budget da definire... e quant’altro ancora. In qualità di Associazione e quindi portavoce dei malati e dei loro familiari, riteniamo scandaloso quanto sta accadendo, i malati non possono attendere, le famiglie sono state lasciate sole nella loro disperazione.


Arrivati a questo punto, viste le inadempienze verificatesi, crediamo sia doveroso che: - il Presidente Nicola Zingaretti dia risposte certe ai familiari dei malati spiegando quale siano le "difficoltà tecniche-burocratiche" che non permettono la riapertura del centro, che ricordiamo, dal 2003 ha effettuato circa un migliaio di ricoveri provenienti dall’intera Regione Lazio lavorando come vero e proprio presidio sanitario a favore dei pazienti affetti da demenza. - Chiediamo al Presidente la verità sul caso, e qualora il centro non dovesse tornare ad essere operativo, di formalizzare pubblicamente le motivazioni. I malati meritano dignità e i loro familiari rispetto".