Dossier “Mafie nel Lazio”, Federica Angeli: “Sfidare l’illegalità a colpi di legalità”
Ostia - Presentato questa mattina il rapporto “Mafie nel Lazio” al Teatro del Lido di Ostia. Una scelta voluta per dare un segnale di presenza istituzionale, in un territorio dove secondo il dossier a cura dell’Osservatorio per la Legalità e la Sicurezza, la criminalità organizzata si è radicata fino a prendere possesso di alcune attività commerciali del territorio.
Molti gli interventi tra cui quello del Sostituo Procuratore Direzione Nazionale Antimafia, Diana De Martino, quello di Federica Angeli, Giornalista di Repubblica sotto scorta da oltre un anno a causa delle minacce di morte subite mentre raccoglieva informazioni per il suo giornale e Gianpiero Cioffredi presidente dell’Osservatorio Sicurezza e Legalità della Regione Lazio. La Angeli durante l'incontro ha dichiarato tra le altre cose che "è necessario sfidare l’illegalità a colpi di legalità”.
La sentenza del 30 Gennaio 2015 condanna il clan Fasciani, per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso (traffico di stupefacenti, estorsione, detenzione di armi da fuoco, intestazione fittizia di beni, delitti aggravati dalla modalità mafiosa): “Un atto giudiziario storico per la città di Roma – come scritto nel rapporto – poichè sancisce in primo grado l’operatività di una associazione mafiosa autoctona sul territorio capitolino, in particolare nel quartiere di Ostia.
“Nel 2011 è commesso il duplice omicidio Galleoni/Antonini. Tra il 2007 e il 2012 si registrano quindici episodi di incendio o danneggiamento seguito da incendio – come riportato nel rapporto che cita le memorie del Pm. dott.ssa Ilaria Calò al processo “Nuova Alba” e che continua - accade che una dipendente dell’assocazione di categoria degli esercenti la gestione di stabilimenti balneari di Ostia, la Assobalneari, sentita come teste in dibattimento, a specifica domanda abbia risposto che non le risulta che ad Ostia vi siano stati incendi o intimidazioni in danno di stabilimenti balneari”.
Nel dossier citata anche l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip Simonetta D’Alessandro a carico di Triassi Vito più altri il 23 luglio 2013: “Secondo le emergenze di indagine, sono avvenuti contatti con soggetti amministrativi e istituzionali; inquinamento dell’economia con sovrapposizione ad essa di un sistema decisionale occulto; condizionamento globale del sistema, nel quale la vera forza – in fase evoluta – non è più la violenza di strada, ma l’influenza dei capitali, che determina atteggiamenti a dir poco servili anche in soggetti cruciali per la vita economica, investiti del potere di erogare il credito”.
Durante la mattinata sono stati sviscerati i dati contenuti nel rapporto, in particolare a far riflettere, alcune notizie quantomeno allarmanti. Come la presenza acclarata di 89 clan operanti nella Regione Lazio o come i 645 beni confiscati alle mafie sempre nella nostra regione.
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