Dragona, delitto Iacullo: giudizio immediato per Mario Broccolo?
Dragona – A distanza di quasi quattro mesi dall’omicidio di Alessandra Iacullo, la baby sitter di 30 anni ammazzata con una ventina di coltellate al torace e al volto la sera del 2 maggio a Dragona, la procura di Roma avrebbe disposto il giudizio immediato per Mario Broccolo, il pittore di 50 anni suo ex attualmente in carcere per il delitto. Lo scrive in un articolo pubblicato ieri, martedì 27 agosto, ‘Il Messaggero’ che a proposito dell’assassinio di via Riserva del Pantano riferisce che a far scattare la rabbia di Broccolo sarebbe stata l’’umiliazione’ da lui subita poco prima al bar del quartiere, in presenza di altre persone, quando la giovane, entrando, si sarebbe rivolta a lui dicendo: “Io sono piena di problemi e tu stai qui a bere”.
“Un femminicidio “di allarmante violenza”, erano state le conclusioni dei giudici del Riesame che avevano confermato la custodia cautelare in carcere per Broccolo”, scrive ancora il quotidiano, e aggiunge che “ora la novità: il procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e il pm Paola Filippi hanno chiuso le indagini portate avanti dalla terza sezione della squadra mobile e, ritenendo di avere prove sufficienti, sono prossimi a portare direttamente in aula l’artista di Ostia con il vizio della cocaina, saltando la fase dell’udienza preliminare. L’accusa è di omicidio volontario”. Prosegue l’articolo: “La prova regina per gli inquirenti è data dall’isolamento del dna di Broccolo sul fodero del coltello ritrovato tra il canale e la strada sterrata in cui è stata uccisa la Iacullo. Un fodero riconducibile all’imputato, secondo la testimonianza di un conoscente, che ha rivelato di averglielo regalato un anno prima insieme con un coltello, la presunta arma del delitto, che però non è mai stata trovata. Non è stata recuperata dagli investigatori neanche la camicia che l’imputato (arrestato una settimana dopo il delitto) avrebbe indossato la sera dell’omicidio. Una camicia chiara a maniche corte, a righe verticali. Broccolo, che ha rifiutato di rispondere all’interrogatorio di garanzia, non ha voluto spiegare dove fosse finita. Per gli inquirenti è un altro indizio a suo carico. L’indagato è stato anche l'ultima persona che ha sentito la Iacullo in vita: alle 21,47 (dieci minuti esatti prima di essere ritrovata morta) lei lo aveva chiamato su un cellulare intestato a un bengalese. Alle 22 Broccolo torna al bar, che dista 7 minuti a piedi dal luogo del delitto, e subito dopo - come ha confermato il barista - passa l’ambulanza”, prosegue la ricostruzione del Messaggero.
“L’indagato, però, sentito come testimone prima di finire nella rosa dei sospettati, aveva omesso di parlare delle telefonate e aveva fornito orari diversi sugli incontri con la Iacullo per rendere incompatibile, secondo la procura, la sua presenza nel locale con il momento del delitto. Intanto dal medico legale nominato dal pm è arrivato un altro elemento: il colpo mortale non avrebbe reciso la carotide, ma la giugulare. Quindi il sangue sarebbe sgorgato e non schizzato. Questo avrebbe evitato che l’assassino si imbrattasse. Il barista infatti non ha visto tracce di sangue sulla camicia di Broccolo. Camicia comunque sparita”, conclude il quotidiano romano. L’avvocato Gianluca Anastasio, che assiste Mario Broccolo, a Ostiatv aveva riferito, in una intervista risalente ai primi del mese di maggio, che il suo cliente si era subito dichiarato innocente. Confermando l’incontro avvenuto la sera del 2 maggio al bar tra le 20.30, le 20.40, aveva riferito che “la ragazza è tornata nello stesso bar intorno alle 21.10 per comperare le sigarette. Non hanno litigato. Lei era arrabbiata perché non le erano stati pagati gli ultimi mesi di lavoro come baby-sitter ed aveva deciso di licenziarsi, ma non ce l’aveva in particolare con Mario Broccolo. Gli ha detto ‘Sei buono solo a bere con i tuoi amici’ davanti ad altre persone, per sfogarsi, il che esclude subito il movente della gelosia nell’omicidio, anche se gip e pm hanno voluto vederci il ‘delitto d’impeto’ in quanto il mio cliente si sarebbe risentito per essere stato offeso: ma così non è stato”, aveva spiegato. E sulla natura del loro rapporto aveva detto che “avevano avuto una relazione, ma era finita. Quando ancora erano insieme lui è stato descritto come molto premuroso nei confronti di Alessandra, ben lontano dall’immagine di uomo violento che qualcuno ha dipinto. E che probabilmente è venuta fuori in quanto responsabile di un omicidio avvenuto anni fa. Ma in quel caso l’altra persona era armata e scappò un colpo accidentale durante la colluttazione. Comunque, lui era molto premuroso: conosceva il padre della ragazza, che poi morì, e la sorella. Si vedevano saltuariamente”, aveva affermato l’avvocato Anastasio. In questa drammatica vicenda, vittima innocente Alessandra, conosciuta in tutta Dragona come ragazza gentile e cordiale, resta il profondo dolore di una madre, di una famiglia, scossa da un lutto terribile.
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