Napoli – E' di 28 persone arrestate il bilancio della vasta operazione antidroga condotta dalla Polizia di Frosinone, coordinata dal Servizio Centrale Operativo, nei confronti di appartenenti ad un’associazione criminale dedita allo spaccio internazionale di sostanze stupefacenti. Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile e della Polizia di frontiera di Fiumicino insieme alla Guardia di finanza di Napoli, hanno consentito di ricostruire le attività del gruppo criminale che importava dal sud America e dall’Olanda ingenti quantità di cocaina ed hashish. Lo stupefacente, dopo essere giunto in Italia, era destinato prevalentemente alle “piazze dello spaccio” di Napoli gestite anche da clan camorristici diversi. Gli arresti sono stati eseguiti nelle province di Roma, Napoli Salerno Monza, Macerata e Vicenza e nel corso dell’operazione sono stati sequestrati più di una tonnellata di droga, immobili, veicoli e conti correnti bancari. Tra i destinatari delle misure cautelari c'è anche Federica Gagliardi, ribattezzata la “dama bianca”, già arrestata nel marzo del 2013 all’aeroporto di Fiumicino per essere stata trovata in possesso di 24 chili di cocaina. Determinante il ruolo della donna all’interno dell’organizzazione abile a tessere una rete di contatti tali da garantire in Italia l’ingresso indisturbato dei quantitativi di droga.



Due i filoni di indagine tra loro correlati che hanno visto impegnati da un lato la Polizia di Stato di Frosinone e dall’altro la Guardia di Finanza di Napoli sotto il coordinamento della Procura della Repubblica-Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, per i profili internazionali dell’inchiesta, che hanno consentito di smantellare l'organizzazione con base operativa nella provincia di Napoli e solide ramificazioni anche in altre province d’Italia e all’estero (Spagna, Olanda, Venezuela e Colombia). Attraverso l’attività investigativa avviata nel 2010 è stato possibile ricostruire la struttura organizzativa e le dinamiche criminali dell’organizzazione che riusciva ad assicurarsi l’introduzione indisturbata in Italia di ingenti quantitativi di cocaina ed hashish dal Sud America e dall’Olanda avvalendosi anche della complicità di personale addetto ad alcuni scali portuali (Civitavecchia e Salerno) ed aeroportuali, in particolare Fiumicino. La strategia operativa per il trasporto della preziosa merce prevedeva il ricorso a mezzi aerei, navali o terrestri sulla base di precise scelte conseguenti ad un’attenta analisi dei rischi.


Capo dell’organizzazione criminale il latitante campano Pasquale Fiorente il quale, in collaborazione con il fratello minore, si è rivelato un vero e proprio broker del narcotraffico coordinando dal Venezuela e da altri Paesi del Sud America il trasferimento in Italia delle partite di droga destinate soprattutto ad alimentare il mercato campano. Il boss, noto alle forze dell'ordine, per operare indisturbato, aveva allestito nella Capitale la sua rete logistica dove stoccare la droga da trasferire successivamente sulle piazze di spaccio campane. Si era inoltre assicurato una fitta rete di collaborazione che gli consentiva di nascondere temporaneamente la droga in case e depositi che riceveva in uso per lo più da parte di insospettabili personaggi, come due fratelli di Fiumicino, ed il gestore di un bed&breakfast di Roma. Aveva messo a punto anche un colpo miliardario che gli avrebbe cambiato la vita acquistando una grossa imbarcazione insieme a due fratelli, esponenti di spicco della criminalità organizzata campana, sulla quale imbarcare 1.000 kg di cocaina. L’operazione, però, non va 'in porto' a causa di un forte uragano che nel 2012 provoca durante la navigazione da Santo Domingo importanti danni all’imbarcazione costretta a riparare in un porto panamense. L’organizzazione però non si arrende e decide di proseguire la sua attività utilizzando il vettore aereo, ma questa volta a bloccarla è l’uragano giudiziario. Nel corso dell’attività investigativa sono stati sequestrati 100 kg di cocaina e 1.000 kg di hashish che, se immessi sul mercato, avrebbero fruttato all’organizzazione oltre 20 milioni di euro. Sequestrati, inoltre, 16 immobili, 6 veicoli, un’imbarcazione, un’impresa e quote societarie nonché 10 conti correnti bancari per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro.