Roma – E’ dal settembre del 1955 che in Italia si ripresenta la deflazione: prezzi diminuiti, ma consumi scesi. “L'inflazione ad agosto è aumenta dello 0,2% rispetto al mese precedente e diminuisce dello 0,1% nei confronti di agosto 2013 (era +0,1% a luglio). L'Istat conferma la stima preliminare precisando che "la dinamica tendenziale dell'indice generale è principalmente dovuta all'accentuarsi della flessione annua dei prezzi dei beni energetici (con quelli non regolamentati che da +0,4% di luglio passano a -1,2%) e al rallentamento della crescita tendenziale dei prezzi dei servizi"; gli andamenti sono solo in parte controbilanciati dal ridimensionamento della flessione dei prezzi degli alimentari non lavorati (-1,8%, da -2,9% di luglio)”, riporta Adnkronos. “I dati diffusi dall'Istat fotografano un Paese in deflazione: i prezzi al consumo sono in calo in quindici grandi città, con Venezia, Verona e Torino che presentano su base annua le flessioni più ampie (rispettivamente -0,8%, 0,7% e -0,6%).


Tra la quindicina in deflazione anche Roma (-0,2%) e Milano (-0,3%). Tra i capoluoghi di regione e delle province autonome sono 8 le città in cui i prezzi registrano gli incrementi tendenziali più elevati. Ad Ancona invece i prezzi sono fermi rispetto ad agosto 2013. Con riferimento ai grandi comuni con più di 150.000 abitanti, il tasso di inflazione più elevato interessa Messina (+1,0%); a Ravenna i prezzi sono fermi rispetto ad agosto 2013”, prosegue Adnkronos. L'Istat ha anche diffuso i dati sulla produzione industriale: a luglio l'indice destagionalizzato è diminuito dell'1,0% rispetto a giugno. Nella media del trimestre maggio-luglio la produzione è diminuita dello 0,8% rispetto al trimestre precedente. L'indice è diminuito in termini tendenziali dell'1,8% (i giorni lavorativi sono stati 23 come a luglio 2013).



Nella media dei primi sette mesi dell'anno la produzione è rimasta invariata rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. "Una deflazione che fotografa un Paese in grandissima crisi, la cui economia è stretta tra il calo della produzione industriale ed il tracollo dei consumi". E' quanto affermano Federconsumatori e Adusbef in una nota a commento del calo dei prezzi rilevato dall'Istat. Infatti, secondo le rilevazioni dell'Onf, Osservatorio Nazionale Federconsumatori, "i consumi delle famiglie sono in forte ribasso: basti pensare che nell'ultimo triennio hanno registrato un calo del -10,7%. Una percentuale che equivale a un calo della spesa delle famiglie di 77,6 miliardi di euro". "Calo che si ripercuote in maniera negativa sull'andamento della produzione e sull'occupazione", spiegano i presidenti di Federconsumatori e Adusbef, Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti: "è ora che il Governo si decida ad attuare tutte le misure necessarie per rimettere in moto la domanda interna e l'intera economia". Secondo le associazioni di consumatori è necessario "avviare un piano straordinario per l'occupazione, in grado di restituire reddito e prospettive in particolare ai giovani. Un'operazione indispensabile -concludono- se si vuole far ripartire l'economia e spezzare con decisione la grave spirale depressiva che affligge da anni il nostro Paese".