Ostia – E’ morto dopo trentasei ore di coma Alessandro De Simoni, il ragazzo di 27 anni massacrato di botte da un coetaneo, Simone Meddi, un operaio di 25 anni, la sera di domenica. La vittima era stata aggredita con una raffica di pugni sferrati con inaudita violenza al volto e alla testa dal 25enne in strada, in via delle Ancore, a Nuova Ostia.

A seguito delle botte, Alessandro De Simoni aveva poi perso l’equilibrio ed era caduto a terra, battendo la testa sul marciapiede. Ma anche in questo caso la furia del suo aggressore non si era arrestata: Simone Meddi aveva continuato a tirare calci e pugni contro il giovane che giaceva a terra in una pozza di sangue, come ha in seguito raccontato agli inquirenti la fidanzata. Alla fine il 25enne si era allontanato a bordo di un’auto insieme ad un amico, lasciando a terra la vittima le cui condizioni erano apparse da subito gravissime.

Trasportato al San Camillo era stato ricoverato al reparto rianimazione fino a quando i sanitari ieri pomeriggio hanno comunicato ai familiari l’avvenuta morte cerebrale. Nel frattempo già nella stessa notte tra domenica e lunedì Simone Meddi era stato rintracciato dai carabinieri di Ostia, che indagano sull’accaduto, in una abitazione di Ostia antica, e arrestato per tentato omicidio, accusa che si è poi trasformata in omicidio. Adesso è in carcere in attesa di essere interrogato. Gli investigatori hanno ascoltato i testimoni e le persone presenti al fatto. L’aggressione sarebbe scaturita per ‘futili motivi’ a causa di un presunto ‘chiarimento’ richiesto dal 25enne dopo che la sorellastra sarebbe stata accusata dalla fidanzata della vittima di un presunto furto in un centro commerciale. Un ‘chiarimento’ a suon di botte, calci e pugni, che ha ucciso un giovane di soli 27 anni: non ci sarebbe nessun altro motivo. Le indagini proseguono. I familiari di Alessandro hanno autorizzato l'espianto degli organi.