EcclesiaOstia - ‘Il terzo occhio e i monaci cristiani del monte Athos: a Ostia relazione tra oriente e occidente’
Di Redazione il 11/08/2023
Il mare è lo sfondo dal quale padre Franco Nardin, commissione cultura della prefettura di Ostia - diocesi di Roma, vuole inviare un importante messaggio: oriente e occidente due polmoni con i quali respirare una cultura cristiana che non soltanto è fatta di unità ecumenica ma vuole abbracciare tutti coloro che guardano l'"oltre", un regno dello Spirito fatto di preghiera, relazione con Dio e con l'uomo
Ostia - Il mare è lo sfondo dal quale Padre Franco Nardin, commissione cultura della prefettura di Ostia - diocesi di Roma, vuole inviare un importante messaggio: oriente e occidente due polmoni con i quali respirare una cultura cristiana che non soltanto è fatta di unità ecumenica, ma che vuole abbracciare tutti coloro che guardano l'"oltre", un regno dello Spirito fatto di preghiera, relazione con Dio, relazione con l'uomo.
E' il regno del Cuore, di quelle emozioni, sentimenti, speranze, che fanno gli uomini 'fratelli tutti'.
E infatti il mare di Ostia, da dove il Padre ci parla, è il segno tangibile di un collegamento tra tutti i continenti, le terre, le isole, le solitudini in un senso comune di appartenenza. Un mare, un cielo nella notte, ma illuminato da una potente luce; la luna come segno di presenza divina.
Ma per il cristiano questa presenza ha un nome preciso e ha avuto un'esperienza e un insegnamento pratico che ci è stato mostrato e rivelato.
Gesù il Cristo di Dio è quella teologia del Cuore con la quale possiamo entrare in relazione attraverso il Santo Spirito.
Dio Padre in questo modo ci 'spiega' quella Bellezza che vediamo nel creato ma con la quale possiamo, se vogliamo, imparare a dialogare.
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