Emergenza abitativa, un nuovo progetto per il superamento dei “residence”
Roma – Spariranno i residence? Spariranno quelle strutture che troppo spesso si trasformano in veri e propri ghetti e che fino ad oggi hanno alimentato un giro di affari milionario? Un business tutto giocato sulla pelle dei cittadini. Di quelli in cosiddetta emergenza abitativa ma anche di quelli che regolarmente pagano le tasse. Chiuderanno i due residence di Valle Porcina, ad Acilia? La giunta capitolina ha approvato la delibera che prevede nuove linee guida in materia di politiche abitative, indicando la via per il superamento del modello Caat (centri di assistenza abitativa temporanea) comunemente conosciuti come “residence”. Il sindaco di Roma Ignazio Marino e l’assessore alla casa, emergenza abitativa e decoro urbano, Daniele Ozzimo, hanno comunicato in Campidoglio gli strumenti che saranno a tal fine utilizzati: mancato rinnovo dei contratti già scaduti e in scadenza, buono-uscita “una tantum” del valore di 5.000 euro e buono affitto di 700 euro mensili come contributo per tutta la durata del contratto, senza la perdita dei diritti acquisiti.
Obiettivo, “abbandonare vecchie politiche di accesso alle case popolari, vere e proprie residenze lager che non rispettano la dignità delle persone”, ha sottolineato il Sindaco. Ad oggi, nella Capitale sono 1.376 famiglie che beneficiano dei programmi di assistenza alloggiativa temporanea. Si tratta in totale di circa 3.700 persone ospiti in 13 strutture private, affittate dal Comune per una spesa annua di circa 35 milioni di euro. Con il provvedimento approvato dalla Giunta, dal prossimo bilancio, l’Amministrazione capitolina intende sostituire questa forma di sostegno con politiche volte a favorire l’integrazione sociale dei soggetti più deboli che consentirà anche un risparmio di circa 3 milioni di euro l’anno, che verranno reinvestiti per affrontare la crescente emergenza abitativa. I nuovi contratti di locazione, rivolti solo a persone con comprovate difficoltà economiche, dovranno essere regolarmente registrati e non potranno essere inferiori a quattro anni. Roma Capitale inoltre avvierà contestualmente un Piano per il recupero degli alloggi del patrimonio pubblico, occupati senza titolo. Per questo sarà istituita una unità di supporto al Dipartimento Politiche Abitative composta da personale qualificato. Da parte sua, l’assessore Daniele Ozzimo ha sottolineato che è impegno di questa Amministrazione “passare da una edilizia popolare concentrata ad una edilizia diffusa sul territorio”, rigettando la ghettizzazione e promuovendo politiche orientate verso una “città sociale”, allineata a una visione europea.
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