Ostia – “Dal 20 marzo 35 persone senza dimora torneranno di nuovo in mezzo alla strada: sarà infatti smontata la tendopoli della Croce rossa in via Adolfo Cozza, a Ostia, che ha dato loro riparo dal freddo in queste settimane d’inverno”, dichiara don Franco De Donno, responsabile della XXVI Prefettura diocesana di Roma-Ostia - Commissione ‘Carità e territorio’, che a questo riguardo rivolge “un preoccupato richiamo ai commissari straordinari del X municipio circa le proprie responsabilità riguardo al futuro delle famiglie dei rom delle Acque rosse dopo lo ‘sgombero forzato’ del 13 gennaio scorso”.


LE RICHIESTE - “La Caritas, che accompagna ogni giorno il percorso dei poveri e degli emarginati presenti sul territorio di Ostia, sta raccogliendo in questi giorni le richieste di aiuto e l’angoscia riguardo al ‘dopo emergenza freddo’ quando queste persone si troveranno di nuovo in mezzo alla strada”, spiega don Franco, che parla di “un’odissea, di esodo forzato dei 35 rom delle Acque Rosse”.


LO SGOMBERO – “La Caritas vuole far presente quello che è accaduto alle 35 persone rom subito dopo aver subito l’ennesimo inutile e dispendioso ‘sgombero forzato’, avvenuto in pieno inverno il 13 gennaio scorso senza aver fornito alternative di alloggio adeguate. Si è quindi continuato a sgomberare i rom dai campi informali senza le necessarie tutele come ad esempio la consultazione genuina e un preavviso adeguato, in violazione degli obblighi internazionali e regionali del Paese in tema di diritti umani”, prosegue il sacerdote.


PARROCCHIA SANTA MONICA – “Unico riferimento di salvezza per gli sgomberati è stata la Caritas territoriale la quale – in pieno freddo invernale – ha accolto i 35 rom per tre notti nelle aule di Catechismo della parrocchia Santa Monica a Ostia, non senza grave disagio per l’idoneo proseguimento delle attività catechistiche parrocchiali”, continua.


LA TENDOPOLI - “Intanto le autorità capitoline indugiavano oltre misura nel dare avvio all’utilizzo di strutture di riparo notturno per l’emergenza freddo riguardo ai senza dimora. In nome della tutela della vita e della salute dei 35 rom sgomberati, la Caritas Diocesana apriva i cancelli dello stabilimento balneare ‘L’Arca’ in assoluta emergenza nel vuoto di qualsiasi altra alternativa di riparo dal freddo. Finalmente, dopo una settimana, a Ostia sono arrivati i tendoni della Cri per 30 posti letto (attualmente vi sono ospitate 35 persone con i loro due cani, ndr)”, prosegue don Franco.


L’ALTERNATIVA - “Ma il 20 marzo i tendoni verranno rimossi e l’unica alternativa per i senza dimora e per i 35 rom sarà la strada! I 35 rom un riparo-rifugio, anche se precario, lo avevano, le loro baracche: ora si troveranno in mezzo alla strada! Ci chiediamo: non sarà sempre responsabilità di coloro che hanno deciso lo ‘sgombero forzato’ quella di offrire un’alternativa per la tutela della vita di persone che sono disposte a collaborare a qualsiasi opportunità venga loro offerta, escluso il dover dividersi all’interno dei nuclei familiari? Un consiglio a coloro che hanno responsabilità di governo! E’ meglio prevenire possibili pericolose azioni di protesta da parte di chi viene esasperato per le sofferenze e le umiliazioni che continua a subire tanto da giungere ad invidiare le bestie, le quali godono della tutela di quei diritti che troppo spesso vengono negati agli uomini”, conclude don Franco De Donno.