Esche, stick, veleni: quale soluzione contro la comparsa dei topi nella Capitale?
TOPI E RIFIUTI - Rientrato lo sciopero dei dipendenti dell’Ama grazie ad un raggiunto accordo e scongiurato lo scivolamento verso l’emergenza conclamata, la situazione rifiuti nella Capitale resta drammatica, come testimoniano i cumuli di immondizia e i cassonetti ancora da svuotare in diversi quartieri di Roma. Di pari passo con la mancata e puntuale raccolta dei rifiuti si è venuto a creare come conseguenza diretta, favorita anche dalle alte temperature estive, il problema preoccupante della crescita della popolazione murina (topi e ratti), che ha nelle condizioni di scarsa igiene il suo ‘fattore x’ d’elezione. I roditori non sono stati avvistati soltanto a Tor Bella Monaca, bensì anche negli altri quartieri della Capitale, sia di giorno sia di notte, non fa differenza. Va da sé che anche Ostia e l’intero territorio del X Municipio non facciano eccezione, come ci hanno riferito i residenti nelle ultime settimane segnalando sporcizia, degrado e… Sorci.
LA SOLUZIONE – Eccoci dunque tornare al punto di partenza, alla domanda iniziale che ha posto Giuseppe C. su Facebook commentando un possibile intervento ‘tradizionale’: “A Roma pensano di risolvere i problema Rattus Norvegicus? Devo ridere? Io che li studio da 35 anni rido :) ......... una coppia di ratti fà 600 discendenti l'anno discendenti ) ed è in grado di riprodursi dopo il 45° giorno dalla nascita. Io”, spiega il signor C., “ci metto 15 giorni circa a derattizzare un condominio medio su infestazione di Rattus Norvegicus o altri roditori come Mus musculus, apodimus Silvaticus o Rattus Rattus. Secondo voi per derattizzare Roma quanti anni ci vorrebbero se iniziassero ora tombino per tombino e ripetere l'operazione almeno 2 volte al mese e bene bene... e no tanto per.....???”, domanda.
Secondo l’esperto in derattizzazione, un intervento effettuato con i metodi ‘classici’ su una metropoli grande come la Città eterna sarebbe “una cosa mostruosamente impossibile per una città come Roma”, tanto che auspica che “almeno spero che facciano gli interventi più importanti e in una certa maniera ( stick per esterni legati )”. Sottolinea poi: “io mi sono prestato per dare consigli riguardo il X Municipio e pure gratis !!!!!!!!!!!!! Per ora nessuna risposta”.
I COMMENTI - I commenti sono arrivati puntuali. Scrive M.B. colpito: “Però. ..”. E R.N., accennando ad un pizzico di fiducia: “Speriamo bene”. All’ipotesi di un eventuale allontanamento dell’esercito di ratti Giuseppe C.ammonisce: “NO!!! I topi non vanno allontanati......... se li allontani poi vanno da altre parti , dove già ce ne stannoo abbastanza. Qui parliamo a livello di una città come Roma e non un condominio caro amico :) I ratti vanno ELIMINATI !!! NON allontanati .... IL sistema è ottimo ma non per una città”. D.R. però esprime dissenso sul metodo e osserva: “Ciao giuseppe, non sono affatto d'accordo, ma e' una questione di punti di vista: 1. gli animali se li uccidi poi ce' da risolvere il problema delle caricasse; 2. se li avveleni non sai dove poi vanno a morire e si forma solo un ennesimo rischio…”.
Giuseppe C., scambiando D.R. evidentemente per un derattizzatore di professione replica: “Carissimo amico io capisco che devi lavorare ... e il tuo prodotto e molto buono ma non per il problema in questione. Qui stiamo parlando di Roma e quindi di cose serie! Una cosa enorme!!! Conisci le ultime generazioni di anticoagulanti? I brimadio…”, risponde, fornendo un’analisi. Chiarisce D.R.: “Premetto che il brevetto è' di ricercatori della sapienza di roma e non è mio ...e non lo commercio. A me interessa solo che Roma ritorni a splendere”. Tra rifiuti e ratti, ci domandiamo, qual è la soluzione più sicura per non vederci invasi dalle cosiddette popolazioni murine? Ultrasuoni, esche, stick eccetera, quale metodo per una città finalmente pulita? Forse il pifferaio magico? Ah, no… Quello va bene soltanto nelle favole!
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