Che il web abbia ampliato notevolmente le opportunità di tradimento per i coniugi era risaputo ma la vera novità è arrivata con i social network ed in particolare con Facebook. Il più famoso social network è diventato infatti una delle cause principali di tradimenti e richieste di divorzio. Ad affermarlo è il famoso sito anglosassone Divorce online secondo cui nel 2012 ben un divorzio su tre è scaturito da tradimenti avvenuti grazie a Facebook. In particolare il 33% del campione preso in esame (composto da circa 5000 inglesi che avevano chiesto il divorzio) ha citato tra le cause principali del fallimento del matrimonio il famoso social network.


Anche nel nostro Paese il trend sembra essere lo stesso e sebbene i numeri siano inferiori rispetto al Regno Unito i casi di tradimenti “virtuali” aumentano costantemente. Secondo il presidente dell'AMI (associazione avvocati matrimonialisti italiani) Gassani, in Italia circa il 20% dei divorzi è causato da rapporti extraconiugali nati grazie alle chat e in particolare ai social network. I tradimenti sul web riguarderebbero soggetti di tutte le età perfino gli over 60. Spesso si inizia per curiosità e noia e dopo un incontro virtuale si passa all'azione: addirittura ben il 70% di questi incontri sul web diventano vere e proprie scappatelle.


In particolare la chat di Facebook sembra essere una sorta di “non luogo” nel quale la comunicazione, rapidissima e spesso creata da simboli e parole troncate, diventa un rifugio virtuale per scappare alla vita di coppia spesso troppo noiosa. Si crea quindi una specie di universo parallelo nel quale i partner possono esprimersi liberamente e dare sfogo alle proprie fantasie spesso non ricambiate dai propri coniugi. La relazione “virtuale” è inoltre molto più emozionate rispetto all'amante in carne e ossa spesso anche più rischiosa per il proprio matrimonio; in particolare gli uomini considerano questi tradimenti in rete come delle soluzioni “omeopatiche” che servono a ridare un po' di energia a matrimoni oramai senza più stimoli.


Un campanello d'allarme in questo senso sono le richieste in continuo aumento di test di paternità prenatale utilizzati per verificare l'esistenza di un rapporto biologico con il figlio supposto. Anche la giurisprudenza sembra aver colto i rischi di queste nuove forme di tradimento virtuale e, proprio per questo motivo, la Cassazione ritiene il tradimento si possa configurare anche in casi di infedeltà apparente e continuativa. In questo senso i social network facilitano la creazione di vere e proprie storie parallele che possono durare nel tempo e compromettere il matrimonio irreparabilmente.