Roma - Il “no” del Governo incassato dal comparto turistico balneare ieri sul Milleproroghe non ferma l’azione di Federbalneari Italia. Oggi Il Presidente Renato Papagni era già a Montecitorio per fornire precise delucidazione sulla realtà normativa del settore della balneazione italiana al Capo Gruppo della Lega Nord Massimiliano Fedriga, contattato con il supporto del Presidente di Federbalneari Friuli Giorgio Ardito. L’obiettivo comune: il riordino definitivo entro il 2015 delle concessioni demaniali marittime in Italia. Il rappresentante della Lega Nord ha confermato la sensibilità manifestata dal Carroccio sulla questione dei balneari, sia dai parlamentari italiani, ma anche dagli euro deputati incontrati lo scorso 27 gennaio a Bruxelles, ribadendo l’intenzione di provvedere ad un’azione determinata e risolutiva. A tal fine il Presidente Papagni durante la riunione, oltre a fornire informazioni di scenario e di settore, si è soffermato con un focus sull’equiparazione dei canoni, presentata al Governo, oltre a questioni più tecniche, come l’allineamento dell’IVA, ed il riconoscimento del valore economico dell’azienda. La partita, anche secondo l’On. Fedriga, si giocherà poi in Parlamento, nella Commissione Attività Produttive dove i voti di tutti i gruppi partitici peseranno notevolmente sulla bilancia dell’approvazione del disegno di legge.


L’auspicio è quello di arrivare lì dove il Milleproroghe non è arrivato. Nell’emendamento 10.30 presentato dall’On. Pizzolante - spiega il Presidente Papagni - si chiedeva semplicemente uno slittamento dei pagamenti in attesa della riforma delle concessioni e dei canoni”. Ora invece quasi 250 aziende in Italia rischiano il fallimento, ovvero quei casi che, applicando legge finanziaria del Governo Prodi del 2016, hanno subito un ingiusto aumento del canone da 10-15.000 euro l’anno fino a 100.000 ed anche oltre. Dall’attuale esecutivo ancora non arrivano messaggi chiari sull’approccio del Governo per liberare il comparto turistico dai macigni normativi che lo affossano, per tali ragioni Federbalneari prosegue il suo percorso di incontri parlamentari presentando, non solo la proposta di riordino definitivo delle concessioni demaniali marittime in Italia, ma anche un piano di rilancio del turismo balneare, bloccato negli investimenti e nelle prospettive di futuro: la garanzia di investimenti finalizzati alla riqualificazione del prodotto turistico balenare, (con un periodo concessorio più lungo, si auspica 30 anni), dovrebbero traghettare il settore verso l’uscita della crisi e dare garanzie di stabilità alle attuali imprese. Riguardo invece all’evidenza pubblica, i 3000 km di costa ancora liberi potranno essere giustificati nel bando con un business plan trentennale. Tutto ciò a partire dal 2020, ma si rischierebbe anche, se la legge 228/2012 non verrà ratificata all’Unione Europa. che le evidenze pubbliche partiranno a chiusura del 2015, almeno queste le indicazioni che arrivano da Bruxelles.