Roma - L’esclusione del provvedimento sulle spiagge nel maxi-emendamento della Legge di Stabilità rappresenta la schizofrenia dell’attuale Governo che,  dopo aver partorito la proposta di vendita delle aree demaniali, inserendole nel quadro economico delle privatizzazioni,  si rimangia proporzionalmente tutto, con la cancellazione da parte del PD dell’emendamento presentato, e poi con l’esclusione totale della proposta targata Pdl,  ora il nuovo centro destra, in chiusura di Stabilità. Se  è vero che  il Governo delle larghe intese è giunto al suo epilogo, forse sul tema delle spiagge, le idee erano ben chiare. Il tormentone mediatico e politico sul tema della vendita delle spiagge, malgrado la comunicazione all’unisono dei sindacati balneari che hanno sempre chiarito che “ l’oggetto della vendita non sono gli arenili, ma quelle aree che non rivestono più i caratteri della demanialità”, ha creato un vortice di negatività che ha allontanato la sensibilità pubblica nei confronti delle vere problematiche che riguardano il settore della balneazione e del turismo. Comparto che dovrebbe interessare il Governo italiano, troppi i numeri negativi che il settore sta registrando, molti  i treni persi, che invece gli altri Paesi che si affacciano sul Mediterraneo hanno afferrato.

 

Ma dopo il danno anche la beffa, Federbalneari Italia risponde a chi  continua a strumentalizzare ogni misura finalizzata a salvare il settore turistico balneare in profonda crisi, normativa ed economica. C’è Angelo Bonelli, portavoce dei Verdi, il quale sostiene che, con il nuovo emendamento che verrà discusso alla Camera dei Deputati, è  pronto un “regalo di Natale” per i balneari: “Quale regalo di Natale, sostiene il Presidente di Federbalneari Italia Renato Papagni, nell’art 24-bis si evidenzia  di “prevedere, tra le modalità di affidamento, la disponibilità ad offrire canoni in misura superiore  rispetto a quella prevista dalla normativa vigente”. Sono anni che ci battiamo contro questo passaggio della normativa comunitaria, ed ora viene riproposto, sappiamo che potrebbe innescare altri meccanismi”. Così Federbalneari Italia torna sul problema dei canoni demaniali: “Serve una legge quadro in grado di regolarizzare l’intero settore con una sola aliquota  che indica facile, difficile e pertinenza tutti allo stesso valore”, così non si va da nessuna parte – spiega Papagni -  “L’attuale provvedimento proposto alla Camera non risolve neanche tutti i casi dei Maxi Canoni”,  in quanto va a toccare solo i casi dei contenziosi. Quanti sono i colleghi, che pur di onorare l’eccessivo e diseguale pagamento richiesto dalle amministrazioni, hanno dovuto   ricorrere alla vendita di beni e proprietà familiari.  Inoltre il pagamento del 70%  del dovuto, rateizzato in 9 anni, non va a  risolvere le ingiustizie finanziarie, le dilaziona solamente. Così Renato Papagni ricorda  a chi parla di “regali” usando il termine “ maxi sconto”  fino al 70% per  chi non ha pagato i canoni demaniali dovuti allo Stato che: “Tale provvedimento, tutt’ora incompleto come spiegato precedentemente, riguarda i maxi canoni dei concessionari pertinenziali. Caso emblematico della discrezionalità delle amministrazioni locali nell’applicazione di una normativa che è ancora troppo indefinita ed incerta”. I pertinenziali rappresentano  più di 200 casi in Italia di imprenditori che si sono trovati a pagare dal 1000 % fino al 3000%  in aggiunta rispetto al canone stabilito per legge. Imprese balneari che per questo motivo rischiano nel 2014 il fallimento, altre purtroppo hanno già ceduto l’attività. Conclude Papagni: “Non si tratta  di truffa ai danni dei cittadini,  ma di truffa ai danni degli imprenditori”.