Ferrovie regionali ex concesse, Comitato Pendolari Roma Ostia e Roma Nord: "Dal 2013 solo annunci e promesse"
"Chi sbaglia paga! Se a sbagliare è un amministratore pubblico dovrebbe dimettersi. Ad esempio, uno come Nicola Zingaretti o l’Assessore regionale (di sua fiducia) alla mobilità Mauro Alessandri con alcuni dello staff, che parlano senza preoccuparsi di smentire oggi quanto affermato ieri. Abbiamo perso il conto degli annunci a mezzo stampa, dei comunicati social prodotti da questi signori dal 2013 ad oggi. Toni e termini sempre fiduciosi in un “futuro radioso” pieni di fatti, treni restaurati e stazioni nuove, svolte e rinnovamenti delle ferrovie regionali ex concesse, Roma Giardinetti, Roma Lido e Roma Nord.
Come Comitati abbiamo costantemente risposto e documentato, con dovizia di particolari, le inesattezze, i dati approssimativi, i tempi incerti ed i fatti, smentiti dallo scorrere del tempo, sparati anche in contesti istituzionali. Questi “amministratori” sono riusciti nel difficile compito d’affondare, in 9 anni di non-gestione, tre linee importantissime per Roma, portandole dalla non sufficienza del 2013 ad un passo dalla chiusura d’oggi.
L’unica scusa accampata, a fronte di questo “Disastro”, è che “I problemi della Roma Lido sono scritti in una storia di fallimenti del passato -non del presente – di ATAC” la colpa è stata di ATAC S.p.A., ovvero la società che loro hanno volutamente confermato dal 2013 al 2015, ri-scelto nel 2016 e nel 2017, prorogato nel 2019 per quattro volte fino ad oggi, per le nostre disastrate ferrovie. Riferito alla Lido, ma anche alla Roma Nord non è vero che: “la Regione l’ha ripresa in gestione” e neppure che “tra qualche mese entreremo” ATAC ha sicuramente colpe in abbondanza, ma le condivide con la Regione Lazio, ente proprietario, affidatario, vigilante e finanziatore delle tre linee! Atac condivide le colpe in particolare con quegli specifici “amministratori”, che in questi lunghi anni hanno chiuso gli occhi e ne hanno assecondato la disdicevole condotta, rinnovandogli a più riprese il Contratto di servizio, scritto male e senza sostanzialmente applicarvi penali, senza verificare lo stato delle non-manutenzioni straordinarie o revisioni generali dei treni, e senza voler ascoltare le segnalazioni, i documenti e le proposte, presentate in decine di occasioni dai Comitati Pendolari.
“Ah rega’ lassatece lavora’ che ce penzamo noi” è sempre stato il “Verbo” regionale. Ma se oggi non straparlano sapendo di dir cose sballate, allora è ancora peggio, perché si mostrano sprovveduti. Abbiamo sempre detto che una parte della stampa, quella mainstream, s’è appiattita sui singoli governanti di turno, guardandosi bene da fare inchiesta, o anche solo approfondimento delle notizie od esame comparato delle fonti: alcuni giornalisti neppure provano a confutare dati avventati o apparenti stupidaggini, anche quando paiono fin troppo in evidente contrasto con la realtà di chi viaggia. Ieri abbiamo dovuto assistere ad un’intervista, concessa dal Presidente della Regione al Messaggero TV, in cui una giornalista ha timidamente porto un “cadeau” al Presidente sulla Roma Lido, consentendo a Zingaretti (Nicola, e non Luca) d’infilare una sequela di frasi, numeri e date in-dimostrate e apparentemente parte d’una rassicurante recita dantesca, in stile “E quindi uscimmo a riveder le stelle”.
Le cose sono due: o Zingaretti (Nicola, che pur pare Luca) non è stato informato dal suo Assessore sullo stato reale delle sue ferrovie ex concesse (non solo la Roma Lido che vanta: 2 stazioni chiuse su 13 + lunghezza della linea ridotta del 20% + minimo storico di 85/corse/giorno/feriale in totale, rispetto a 178 che erano fino a fine 2019 + offerta di posti/km crollata al 40% di quella del 2017 + soli 2/3 treni in servizio rispetto ai 15 a disposizione della Regione fino a 2 anni fa + personale di stazione assente nel 50% delle fermate aperte + 50% degli impianti di traslazione mediamente fermi con 5 stazioni perennemente inaccessibili ai portatori di disabilità o difficoltà motorie + 2 cantieri per nuove fermate/edifici di stazione fermi da agosto 2017 + progetti delle tre nuove fermate, di quartieri abitati da anni, cristallizzati come disegnini a china sulle cartine di Pano Regolatore + evasione tariffaria galoppante + controlli anti Covid totalmente assenti a bordo + milioni buttati in inconcludenti manutenzioni straordinarie di quei treni MA200, che oggi ci vien detto, con la recita, stiano tutti in fase d’integrale smontaggio e riallestimento + ecc., ecc. ecc.) oppure le parole pesano come piombo.
L’affermazione testuale: “E’ iniziata dopo l’abisso la fase… … della svolta” è un insulto, una presa in giro per tutti coloro che ogni giorno consumano la loro esistenza aspettando in banchina un treno che non arriva. E’ una frase vergognosa, poiché reitera ancora promesse mirabolanti fatte e mai attuate dallo stesso “attore” fin dal 2013. E’ un oltraggio alla cittadinanza. Allegri pendolari delle ferrovie ex-concesse Altra perla: “I treni li stanno proprio costruendo”. Ma chi? Dove? Ma se hanno firmato solo il primo contratto attuativo per 5 treni per la Lido e 6 per la Nord tre settimane fa?! Mentre non abbiamo certezze sulla data di firma del secondo contratto attuativo per i convogli che veramente salveranno le due linee, consentendo i passaggi “a sei minuti” sulla Lido (non certo tra un anno e mezzo), per arrivare alla firma di quel primo e unico Contratto di fornitura ci sono voluti 4 anni!
Esattamente nel 2018 la Regione iniziava i preliminari di gara. 4 anni solo per far girare pezzi di carta. E dovremmo credere che in un anno e mezzo arrivano i nuovi treni? Peccato che gli intervistatori del Messaggero TV non abbiano battuto ciglio a fronte di cotanto roseo ottimismo. Si coglie nell’attuale posizione della testata una certa benevolenza verso l’attuale gestione regionale e magari verso la corrente che governa il partito di maggioranza in Giunta Regionale (il PD). Non troviamo altre spiegazioni deontologiche e razionali. Temiamo che se pur Zingaretti (Nicola, e non Luca) se ne fosse uscito con qualche altra boutade, tipo: “Porteremo 2 o 3 treni della TAV a fermarsi sulla Roma Lido, come abbiamo fatto a Orte o Cassino” o meglio, “Per la Metromare abbiamo pensato all’Hyperloop”, taluni giornalisti sarebbero usciti col titolone-scoop in cronaca romana, senza battere ciglio. Ci viene in mente Orwell col suo 1984: aveva previsto molte cose che si sono avverate nel mondo, tra cui quella di camuffare la verità con il suo opposto. Così, per esempio, il Ministero della Pace era quello che faceva la guerra.
Lo staff comunicativo dell’attuale Giunta regionale deve aver studiato molto quel testo, perché pare applicarlo alla lettera. I treni non ci sono? Non importa, ci saranno! Le manutenzioni non danno i frutti sperati? Non importa, l’importante è dire che i treni sono in manutenzione! I ponti delle stazioni vacillano: non importa, noi le stiamo ristrutturando … si, da quando? Mai sentita un’autocritica, neppure velata sul proprio operato, le colpe, quando ce ne sono, sono sempre di altri. E così di errore in errore, di mistificazione in mistificazione, di annuncio in annuncio, il tempo passa e i pendolari continuano ad essere vessati. Di Zingaretti (Nicola, e non Luca) e dei suoi boys non ci fidiamo più da molto tempo. Le elezioni regionali si avvicinano e spiegano molti di questi rosei annunci sul futuribile, ma noi pendolari abbiamo una memoria di ferro e non dimentichiamo tutti i torti subiti a causa della sua “amministrazione”.
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