Se quello che si è avuto domenica scorsa in Piazza Anco Marzio ad Ostia dovesse essere indice della popolarità di uno sport nel nostro paese, beh, allora diciamo che il rugby è sulla buona strada per entrare a far parte dell’Olimpo di quelli più amati dagli italiani. Gli azzurri dovevano arrivare alle 15:30, ma la piazza era in fermento già dalle 10: ora dalla quale Claudio “Ciccio”Crocesi con l’aiuto Davide G. Amoroso e la partecipazione di numerosissimi piccoli della Nea Ostia Rugby FC, dopo essersi incontrato con i due dirigenti federali Emanuela Sessa e Laura Colasuonno, ha cominciato l’attività di animazione su un tappeto verde di circa 12 metri quadri. La Piazza era in mano ad una marea di bambini in tuta nera con il logo del cinghiale del XIII Municipio. Alle operazioni partecipava fattivamente anche il Presidente delle Commissioni “Ambiente” e “Bilancio e Regolamento”, distribuendo gadgets della Nazionale e cimentandosi con i bambini più intraprendenti. Presenti il Gruppo Sportivo delle Fiamme Oro, ma anche il Fiumicino  Rugby ed il Pomezia.

Per ore i mini-ruggers si sono alternati a neofiti di passaggio sul “green” concedendosi pause a suon di gelati e pizza, mentre l’attesa cresceva di minuto in minuto, prendendo il sopravvento anche sui grandi. Tutti erano curiosi di conoscere da vicino i rugbysti della Nazionale, moderni gladiatori o legionari, coraggiosi detentori di un codice d’onore cavalleresco che, al giorno d’oggi, sembra scomparso dallo spirito di molti sport. Alle 15:30, con la piazza piena, puntuali sono arrivati tre azzurri, una delegazione in rappresentanza di tutta la squadra, accompagnati dal Media Manager della FIR, Andrea Cimbrico: si trattava di Luke McLean (estremo titolare), Lorenzo Cittadini (pilone) e Alberto Sgarbi (centro), tutti e tre provenienti dalla Benetton Treviso. I bambini si sono  accesi: hanno circondato i loro idoli e chiesto foto ed autografi che i tre moschettieri hanno concesso senza indugio.

Poi, sotto la guida di “Ciccio” Crocesi, tutti bambini (con le divise delle società di provenienza) seduti a cerchio intorno a McLean & Co., per sfidarli in un uno-contro-uno per una meta da sogno, il loro sogno tinto d’azzurro. I tre giocatori, sotto le telecamere di Sky, Ostia TV e Canale Dieci, divertiti si sono prestati volentieri al gioco: contenti come i bambini che li cercavano.

Dopo circa un’ora, lo stop alle attività: gli azzurri salutano e si avviano verso la Borghesiana, rilasciando interviste. Gli altri eroi della giornata, Crocesi, il suo aiuto allenatore, i bambini e ragazzi della NORFC, insieme ai rispettivi genitori, prima di andare sbaraccano tutto e gridano un evviva al rugby.

Con Cittadini, McLean e Sgarbi è stato possibile parlare sia di Nazionale che di bambini ad Ostia.

Lorenzo, dopo l’Inghilterra il Galles. Cosa ci aspetta?

“Sicuramente sarà un’altra sfida molto dura, magari non fisica come quella contro l’Inghilterra, ma al Galles piace giocare e far giocare. – risponde Cittadini – Ci sarà tanto da placcare tanto, da difendere, ma anche da attaccare, impostando il proprio gioco: ed è quello che stiamo curando, lavorando tanto sulla touche e sulla mischia, per avere palloni buoni da giocare. Ed in casa nostra dobbiamo trovare nell’affetto del pubblico, che non ci è mai mancato, quello stimolo in più per vincere.”.

Il rugby ed i bambini: cosa ti rimarrà di questa giornata?

"Fa molto piacere come sempre quando abbiamo questi appuntamenti con i tifosi, perché si tratta soprattutto di bambini che vengono a vederci, a chiedere qualche autografo o foto. Quindi non puoi, non viverli con gioia, anche perché il futuro, il nostro futuro, sono loro e quindi sono loro il vero motore di tutto il nostro movimento. Dobbiamo sperare che ce ne siano sempre di più di iniziative come questa.”

Cosa provi ad incontrare tanti bambini in una piazza così in festa come quella di Anco Marzio?

“E’ sempre bello venire in una piazza meravigliosa come questa per incontrare ragazzini che condividono la nostra stessa passione per il rugby: la cosa importante è che continuino e vadano avanti, continuando a giocare per divertirsi, come noi. Alla fine è quello che fa la differenza: il piacere di andare in campo, di allenarsi, degli amici con cui condividi la tua stessa passione. Il rugby è una cosa così speciale per la quale non ho intenzione di cambiare la mia vita.”. E poi prosegue con una valutazione sul cammino dell’Italia al 6 Nazioni: “Abbiamo iniziato bene, con una partita bella e tosta contro l’Irlanda, poi quella bruttissima contro l’Inghilterra a Twickenham. La prossima partita è contro il Galles, che sta giocando bene, ma noi giochiamo in casa, al Flaminio: cercheremo di fare come contro l’Irlanda, ma vogliamo un risultato diverso.”. Quando gli si fa notare che la maggior parte degli irlandesi al Flaminio ha detto che l’Italia ha giocato una grande partita e che meritava di vincere, la risposta, accompagnata da un sorriso, è secca: “Guarda, ci sono stati tanti che ci hanno detto che meritavamo di vincere, ma alla fine il risultato è stato quello: è matematica!”.

Già, matematica: le partite alle quali si puntava, all’avvio di questo 6 N, erano quelle contro l’Irlanda e la Scozia. Una è andata, ma contro il Galles l’Italia ha sempre disputato grandi partite (tra l’altro rientra Festuccia, che segnò anche una meta nella vittoriosa partita contro i gallesi nel 2003) e, in questo momento, la nazionale dei dragoni ha patito infortuni in alcuni campioni chiave che non permetteranno di schierare il miglior XV possibile, quello che nella scorsa giornata ha espugnato il Murrayfield, per intenderci.

E chissà che questa giornata di sole e bambini passata ad Ostia, in Piazza Anco Marzio (e che senza il contributo fondamentale della Nea Ostia Rugby, società padrona di casa, non avrebbe avuto lo stesso luminoso risvolto), non dia agli azzurri quella spinta per portarli a fare questa grande e meravigliosa impresa. In bocca al lupo, Azzurri.

Carmine Amoroso