Fiumicino – In relazione al sequestro dell’area del cantiere del porto turistico, effettuata stamattina dagli uomini del nucleo di polizia tributaria, e all’iscrizione nel registro degli indagati del presidente del gruppo, Francesco Bellavista Caltagirone, ecco le dichiarazione del gruppo Acqua Marcia, la società che era incaricata di realizzare il Porto della Concordia.

 

 

 

“La società incaricata di realizzare il nuovo porto di Fiumicino ha risolto il contratto che la legava alla società concessionaria Iniziative Portuali  dallo scorso 11 maggio e, quindi, "il cantiere è contestualmente tornato nella disponibilità della società concessionaria”, afferma il Gruppo Acqua Marcia.

 

 

 

“La società”, prosegue il Gruppo, "non essendo più direttamente impegnata nella costruzione dell'opera, resta esclusivamente in qualità di socio dormiente nella compagine sociale di Ip".

 

 

 

L'Acqua Marcia ricorda inoltre che nell'ambito del procedimento aperto presso il tribunale civile di Civitavecchia in relazione dei lavori, è stata consegnata lo scorso 8 ottobre una

consulenza di parte realizzata dal professor Giuseppe Scarpelli, docente di geotecnica dell'Università Politecnica delle Marche, secondo la quale "l'opera è sicura, realizzata a regola d'arte e con materiali idonei".

 

 

 

"Il progetto esecutivo del Molo Traiano è sicuramente affidabile - scrive il consulente di parte -; l'opera presenta tutti i necessari margini di sicurezza prescritti dalla normativa vigente" ed "è stata costruita rispettando sostanzialmente le prescrizioni del progetto definitivo, risultando a questo conforme nelle sue caratteristiche geometriche generali, nella qualità  dei materiali posti in opera, nelle sue caratteristiche funzionali".

 

 

 

Inoltre, sostiene sempre il consulente, "l'opera realizzata presenta alcuni importanti difetti costruttivi puntualmente evidenziati dalla direzione lavori, ben noti ad Acquatirrena che ha sempre agito attivamente per imporre all'impresa il rifacimento delle parti di opera non conformi al progetto fino a imporre la sospensione dei lavori e la rescissione del contratto con l'impresa costruttrice".

   

 In una relazione sull'opera, scritta nell'ambito di una  controversia civile presso il Tribunale Civile di Civitavecchia, Scarpelli contesta le risultanze a cui è arrivato il consulente tecnico d'ufficio nella relazione  preliminare e integrativa.

 

 

"Il progetto esecutivo del Molo Traiano  sicuramente affidabile –  ribadisce Scarpelli - l'opera presenta tutti i  necessari margini di sicurezza prescritti dalla normativa vigente in  condizioni statiche e sismiche, anche assumendo come vita nominale  dell'opera il valore di 100 anni come vorrebbe il Ctu per similitudine con la durata di 90 anni della concessione".

 

 

 

  Per il consulente tecnico di parte, secondo il quale "la  stabilità del molo è oggi dimostrata, sia a breve sia a lungo  termine ed in condizioni sismiche", anche la contabilità dei lavori  stata "correttamente eseguita". Si è utilizzato il "metodo 'a  corpo' coerentemente con quanto stabilito dal codice degli appalti  dove si obbliga le stazioni appaltanti a stipulare contratti a corpo  per importi superiori a 500.000 euro", conclude Scarpelli.