Fiumicino – Atterrerà questa sera alle 20.15 all’aeroporto di Fiumicino con un volo proveniente da Bogotà, Colombia, il pericoloso latitante Roberto Pannunzi, arrestato ieri in Colombia dalla polizia del Paese sudamericano. Ne dà notizia la polizia di Stato. La cattura del boss, conosciuto come il ‘principe del narcotraffico’ e definito dalle autorità colombiane il ‘Pablo Escobar italiano’, tra i trafficanti di droga più ricercati a livello internazionale e sicuramente europeo, è il frutto del lavoro degli investigatori della Direzione centrale per i servizi antidroga sul territorio nazionale ed in Colombia, in relazione alle indagini condotte da quasi due anni dal Gico, Gruppo intervento operativo, della guardia di finanza di Catanzaro e dal R.O.S., reparto operativo speciale, dei carabinieri, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto presso la Procura della Repubblica - Direzione distrettuale antimafia - di Reggio Calabria, Nicola Gratteri.


L'esperto antidroga italiano a Bogotà ha seguito al fianco della polizia colombiana tutte le fasi dell'indagine fino alla cattura. L’uomo, 67 anni, originario di Siderno, in Calabria, era ricercato dal 2010, quando evase da una clinica romana dove era ricoverato. Anche in precedenza era riuscito a fuggire da una struttura sanitaria dove era ai domiciliari. E stato raggiunto da un ordine di esecuzione di pene concorrenti (condanna della Corte d'Appello di Reggio Calabria, aumentata dalla condanna della Corte d'Appello di Firenze) per violazione alla legge sugli stupefacenti, dovendo scontare la pena di anni 12, mesi 5 e giorni 26 di reclusione.  Il ‘Pablo Escobar italiano’ è il protagonista indiscusso del narcotraffico internazionale in quanto massimo referente dei cartelli sudamericani per la vendita di ingenti quantitativi di cocaina destinata alle famiglie di ‘ndrangheta dei Morabito, Coluccio-Aquino, Romeo, Bruzzaniti, Sergi, Trimboli e Papalia, nonché alle più importanti famiglie di ‘Cosa Nostra’. Secondo gli inquirenti era in grado di esportare fino a due tonnellate di cocaina dal Venezuela. Grazie ai sui contatti negli Stati Uniti d'America, dove ha vissuto per oltre dieci anni, Pannunzi negli anni '80 ha curato il narcotraffico anche in direzione di Cosa Nostra americana, introducendo in quel Paese ingenti quantitativi di eroina per conto dei noti Stefano Bontade e Salvatore Inzerillo.  Il latitante, insieme al figlio Alessandro, attualmente detenuto, ha operato anche con la mafia turca ed il clan dei marsigliesi ed ebbe contatti con Gaetano Badalamenti e Gerlando Alberti. Al momento della cattura Pannunzi è stato trovato in possesso di un documento falso venezuelano a nome di Silvano Martino mentre si trovava in un centro commerciale della capitale venezuelana ed era in compagnia di due uomini di nazionalità colombiana, la cui posizione è al vaglio degli inquirenti.