Fiumicino – Quaranta poliziotti in servizio a Fiumicino, comune che conta 80mila abitanti, oltre ad essere uno dei più estesi d’Italia. Una carenza di organico che interessa un po’ tutte le forze dell’ordine e che non si può risolvere con l’arrivo, temporaneo, di una pattuglia dell’anticrimine da Roma. A soffrire della cronica mancanza di personale sono la polizia, i carabinieri, la finanza, la polizia locale. La causa? Le diverse finanziarie che hanno tagliato e tagliato. E a proposito dell’ultimo, drammatico episodio di sangue che è avvenuto ieri sera a Isola sacra, dove nel corso di una rapina in un bar ha perso la vita un malvivente di 29 anni, ucciso probabilmente dalla coltellata data per difesa dalla titolare,  interviene l’Associazione Sociale&Sicurezza che ricorda che la “sicurezza non può e non deve avere colore politico ma deve essere un bene da difendere”. Per questa ragione sarebbe urgente far presente il problema al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica.

“Ogni qualvolta avviene un fatto criminoso rilevante, come quello avvenuto a via Hermada, a Isola sacra, dove è finita in tragedia la tentata rapina a mano armata messa a segno tra le 20 e le 20.30 di giovedì 13 febbraio, ritorna il ‘tran tran sulla sicurezza’, in cui i diversi politici locali, comunali, di governo e di opposizione, fanno a gara per dare la colpa dell’accaduto all’autorità di riferimento o naturalmente a coloro che li hanno preceduti”, dichiara Giulio Incoronato di Sociale&Sicurezza. “Il problema per certa politica sembrerebbe essere se Fiumicino o Roma sia diventata un far west o meno, cavalcando la problematica con comunicati roboanti in cui si chiede un incremento di risorse, uomini e mezzi”, prosegue. E ricorda che a questo riguardo sarebbero ormai anni che vengono proposte delle soluzioni ‘magiche’. Dalle telecamere all’apertura di nuove stazioni dei carabinieri alla cosiddetta ‘cabina di regia’ tra le forze dell’ordine. Fino ad oggi, però, come constatano gli addetti ai lavori e ai cittadini che subiscono furti e rapine (le ultime alla tabaccheria di via Giorgio Giorgis con il fucile, e poi quella al supermercato Conad, senza contare i furti nelle abitazioni, ndr), nessun risultato. Nessun provvedimento, soprattutto.

Attualmente in servizio nel  comune di Fiumicino vi sono circa 40 poliziotti per i 80mila abitanti: un agente ogni 2.000  residenti o poco meno. Un dato allarmante perché  con un numero così esiguo di operatori diventa chiaro come sia impossibile per loro, oltre ai compiti istituzionali  del porto d’armi, passaporto, Uepi (denuncia reati), anticrimine nonché l’amministrativa, controllare un territorio vasto, con una decina di località tra mare e campagna, tra arterie ad alto scorrimento e nuclei urbani isolati per chilometri,  oltre alla vicinanza con l’aeroporto.  Stesso discorso per le stazioni dei carabinieri, alcune delle quali chiudono alle 20. Stessa ‘musica’ per la polizia urbana, sotto organico e attiva solo di giorno con qualche piccola eccezione. “La sera rimangono a presidiare uno dei comuni più estesi d’Italia soltanto un manipolo di agenti”, sottolinea Giulio Incoronato, “e tengo a precisare che i sacrifici, l’abnegazione e la professionalità degli operatori non sono sempre sufficienti a compensare le carenze che da tempo denunciamo. Leggiamo che il sindaco Montino sta chiedendo ‘un paio di pattuglie aggiuntive delle forze dell'ordine oltre a quelle che già operative per vigilare di più sul territorio’. Rimane un problema più generale e strutturale: in un Comune come il nostro vanno potenziate le strutture permanenti. È un tema che avevo già sollevato l'estate scorsa, all'inizio del mio mandato. E l'evento accaduto ieri sera a Fiumicino è la dimostrazione della necessità di questo potenziamento”, continua. 

A questo proposito Incoronato cita uno stralcio della Legge 121/81: “…il Sindaco, invece, quale autorità locale di pubblica sicurezza, è inquadrato in una posizione di subordinazione funzionale nei riguardi del Prefetto e del Questore, dai quali può essere chiamato a collaborare negli ambiti di competenza dell'ente locale per il migliore espletamento della funzione di pubblica sicurezza”: andrebbe quindi rappresentata la problematica atavica al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica".  Sociale&Sicurezza ritiene che “la maggior forma di deterrente contro la criminalità sia il controllo del territorio, una presenza che si garantisce  con il personale   e la prevenzione   ed in seconda battuta con le sedi delle forze dell’ordine". “Vi è un problema di risorse e soprattutto di carenze di uomini e mezzi,  una problematica anche e soprattutto nazionale su cui il governo deve urgentemente effettuare dei correttivi dato che si effettuano tagli con le varie finanziarie: blocco del turn over (una assunzione ogni dieci pensionamenti), taglio dei capitoli sulle riparazioni, sui mezzi tecnologici, sulle missioni, sull’ordine pubblico, sullo straordinario e persino sulle pulizie. Quindi”, conclude,  “basta slogan: subito un’inversione di tendenza per dare ossigeno all’intera struttura”.