Dal 18 al 21 marzo gli operatori dello Sdai, con il supporto dei militari e dei mezzi della Guardia Costiera di Fiumicino, hanno condotto le delicate operazioni subacquee per la localizzazione, identificazione e bonifica di ordigni esplosivi

Fiumicino (Rm) – E’ stata fatta brillare nelle acque antistanti il porto di Fiumicino una mina contenente ben 200 kg di Tnt risalente alla seconda guerra mondiale, a meno di 100 metri dalla foce del Tevere. Ad operare negli ultimi tre mesi gli specialisti di Comsubin intervenuti per il ritrovamento di ordigni di grosse dimensioni nelle acque antistanti il Porto di Fiumicino. Le attività sono state condotte in sicurezza tutelando l'ecosistema marino.

Le operazioni subacquee dei palombari per la localizzazione e bonifica di ordigni esplosivi

Nello specifico, da martedì 18 fino a venerdì 21 marzo i palombari del G.O.S. (Gruppo Operativo Subacquei) di Comsubin (Comando Subacquei e Incursori) della Marina Militare, distaccati presso il Nucleo S.D.A.I. (Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi) di Napoli, con il supporto del personale e dei mezzi della Guardia Costiera di Fiumicino, hanno condotto le delicate operazioni subacquee per la localizzazione, identificazione e bonifica di ordigni esplosivi.

Il ritrovamento di quattro proiettili e di una mina contenente 200 kg di Tnt

L’intervento è stato disposto dalla Prefettura della Capitale per la messa in sicurezza e la successiva libera accessibilità delle rotte di ingresso e uscita del porto commerciale di Fiumicino. Le operazioni hanno permesso di rinvenire, oltre a quattro proiettili di medio calibro, una mina ormeggiata Modello P200, con all’interno circa 200 kg di Tnt, risalente al secondo conflitto mondiale. 

L’ordigno si trovava a una profondità di 6 metri e a meno di 100 della foce del Tevere

L’ordigno era stato segnalato dagli strumenti della ditta incaricata di effettuare i lavori per garantire la realizzazione del nuovo Porto Commerciale di Fiumicino e della nuova darsena pescherecci. La mina giaceva a una profondità di circa 6 metri, a meno di 100 metri dal punto in cui il Tevere sfocia nel Mar Tirreno.

Le operazioni di recupero del residuato bellico

Secondo quanto si apprende, il residuato bellico rinvenuto è stato prima imbragato e successivamente recuperato con palloni di sollevamento, rimorchiato e posizionato nella zona di sicurezza individuata dalla competente Autorità Marittima, dove sono state messe in atto le tutte le procedure, utilizzate dai palombari della Marina Militare, volte alla successiva neutralizzazione della pericolosità facendo infine brillare l’ordigno.

Le operazioni di localizzazione, riconoscimento e rimozione sono state condotte preservando l’ecosistema marino e senza causare danni a cose e persone.

Le raccomandazioni nel caso di ritrovamento di oggetti simili per forme e dimensioni a ordigni esplosivi

"E’ bene ricordare a chiunque dovesse trovare oggetti che per forme e dimensioni possano richiamare un ordigno esplosivo o parti di esso, che questi manufatti possono essere molto pericolosi e pertanto non devono essere toccati o manomessi in alcun modo, denunciando immediatamente il ritrovamento alla locale Capitaneria di Porto o alla più vicina stazione dei carabinieri, così da consentire l’intervento dei Palombari della Marina al fine di ripristinare le condizioni di sicurezza del nostro mare, laghi e fiumi", queste le raccomandazioni della Capitaneria di porto.