Fiumicino, Flightcare, allarme occupazione per 900 lavoratori. Il Pd si mobilita
Fiumicino – A rischio il posto di lavoro di 900 dipendenti di Flight care Italia all’aeroporto di Fiumicino e Ciampino. Tra di loro ci sono addetti al check-in e imbarco, assistenza speciale, supervisione al volo, centraggio, assistenza passeggeri, movimento carichi, rampisti, hostess e steward. Lo scorso mese di marzo un ramo dell’azienda è stato acquistato dalla svizzera Swissport, una società che ha un grosso fatturato, ma i lavoratori rischiano seriamente la cassa integrazione. Una cordata di imprenditori, rappresentati dalla S.G.A. Srl di Roma, intenderebbe presentare una proposta di acquisto per le attività nel settore handling per i due aerporti romani. Il consigliere regionale Pd, Enzo Foschi, ha già provveduto a presentare un’interrogazione urgente al presidente del consiglio regionale, Mario Abbruzzese, perché intervenga l’assessore al lavoro, Mariella Zezza. Anche il circolo Pd Aldo Moro di Fiumicino, attraverso il presidente Roberto Cini, si è mobilitato a tutela dei lavoratori.
Dopo l’accordo raggiunto per l’acquisizione delle attività di assistenza svolte dalla Flight care Gs in Spagna ed in Belgio, è stata posta come condizione l’esclusione dalla vendita di Flight Care Italia che svolge i servizi al Leonardo da Vinci e al Pastine. Il ramo italiano ha un fatturato annuo di circa 40 milioni di euro anche se questo non esclude che il pericolo di perdita del lavoro. “Sono lavoratori che rischiano per la mancanza di regole nel settore handling, in particolare a Fiumicino, dove le società operanti si fanno una concorrenza spietata volta al contenimento dei costi, con conseguente scadenza dei servizi offerti e, soprattutto, a scapito della sicurezza sul lavoro”, spiega Roberto Cini. La deregulation è infatti la regola imperante.
Swissport ha acquistato per 140 milioni di euro tutto il ramo d’azienda di Flightcare GS, condizionando l’operazione all’esclusione dalla vendita di Flightcare Italia e che in data 28 marzo, il CdA di Flightcare ha votato la cessione. Swissport è il più grande operatore handler al mondo ed è presente in 179 aeroporti in 36 Paesi al mondo, 650 compagnie aeree assistite, 108 milioni di passeggeri, 3,2 milioni di tonnellate di merci, 35.000 dipendenti, 1,5 miliardo di euro di fatturato. Il fatturato 2011 di Flightcare Italia produce un volume economico paragonabile alla 1/40 del fatturato Swissport. Le perdite di Flightcare corrispondono a 1/230 del fatturato di Swissport; I dipendenti di Flightcare Italia sono 1/40 di Swissport. I 900 lavoratori Flight care Italia sono specializzati nella gestione dei servizi aeroportuali ai vettori e ai passeggeri - rampisti, hostess e steward dedicati alle operazioni di check-in e imbarco, assistenza speciale, supervisione al volo, centraggio, assistenza passeggeri, movimento carichi.
“In questa situazione”, nota ancora l’esponente politico, “i lavoratori, oltre ad essere penalizzati e stressati nello svolgimento del lavoro, sono gli unici a pagare”. In relazione a quanto sta accadendo, sono già stati effettuati degli interventi politici sia a livello regionale grazie all’interrogazione urgente del Partito democratico, con richiesta di risposta scritta alla presidente Renata Polverini ed all’assessore Zezza, sia a livello comunale con la richiesta di una convocazione urgente dei vertici di Flight Care nella Commissione speciale che dovrebbe occuparsi, oltre che di discariche e porto turistico, anche della crisi occupazionale che sta investendo il Leonardo da Vinci.
Il 24 maggio scorso, in una lettera, la S.G.A. Srl esprime l’interesse, in rappresentanza di un gruppo di imprenditori costituendi in Ati, all’acquisto del ramo italiano di Flight care. “Pur essendo alla fase embrionale di una possibile trattativa”, conclude Cini, “crediamo opportuno che le forze politiche seguano questa iniziativa da subito per tutelare il rispetto delle clausole sociali e la massima garanzia dei livelli occupazionali”. Il circolo Aldo Moro intende coinvolgere i rappresentanti istituzionali del Pd, a tutti i livelli, perché questa eventuale svolta imprenditoriale si svolga con i presupposti giusti, tutelando i diritti dei 900 lavoratori.
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