Fiumicino - Era il 23 maggio del 1992 quando il magistrato Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta  Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro vennero uccisi in un attentato vicino allo svincolo autostradale dell’A29 a Capaci, a pochi chilometri da Palermo. Sotto il chilometro quinto infatti venne scavata una galleria dove vennero piazzati oltre cinquecento chili di tritolo fatti poi esplodere al passaggio della scorta del noto magistrato.


57 giorni dopo, il 19 luglio 1992 vennero uccisi anche il giudice Paolo Borsellino e  i cinque agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi (prima donna a far parte di una scorta e prima agente della Polizia di Stato a cadere in servizio), Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina in via Mariano d'Amelio sotto il palazzo dove viveva la madre di Borsellino, presso la quale il giudice quella domenica si era recato in visita. Secondo le ricostruzioni dell'epoca una Fiat 126 carica di 90 kg di tritolo venne fatta esplodere a distanza quando lo stesso giudice si trovò d fronte il cancello del palazzo.


Alla base delle stragi la lotta che i due noti magistrati hanno sin dall'inizio delle proprie carriere portato avanti nei confronti della mafia. Entrambi infatti hanno fatto parte del cosiddetto "pool antimafia" istituto dal giudice Antonino Caponnetto, le cui indagini portarono ad un risultato straordinario: il maxi-processo partito il 10 febbraio 1986 che permise l'imputazione per associazione mafiosa di 474 persone ma soprattutto il riconoscimento da parte di un tribunale dell’organizzazione piramidale della mafia siciliana. 


Oggi a distanza di 22 anni l'Associazione culturale Isola Sacra con il patrocinio del comune di Fiumicino ha commemorato la vita e il senso civico e morale dei due eroi italiani e di tutte le vittime della mafia come il generale Dalla Chiesa, il deputato Pio La Torre e tanti altri. 


“Questa mattina, presso l’aula consiliare, la cerimonia dedicata ai giudici Falcone e Borsellino e alle vittime che con loro morirono nelle stragi di Capaci e via D’Amelio, è stata molto toccante. Oltre alle forze dell’ordine erano presenti anche molti ragazzi delle scuole di Fiumicino. E io mi sono rivolta proprio a loro, che sono il nostro futuro, dicendo che devono essere orgogliosi di essere cittadini del comune di Fiumicino perché questa amministrazione, il 30 luglio dell’anno scorso, in occasione del secondo consiglio comunale, ha sottoscritto l’adesione ad Avviso Pubblico dicendo ufficialmente no alla mafia”. Lo afferma la vicesindaco Anna Maria Anselmi che, questa mattina, ha preso parte alle celebrazioni organizzate dall’Acis con il patrocinio del comune di Fiumicino, in occasione del ventiduesimo anniversario delle due stragi: una cerimonia in aula consiliare e la deposizione di una corona presso largo Giovanni Falcone, all’Isola Sacra. Hanno partecipato anche la presidente del consiglio Michela Califano e il delegato alla Sicurezza e Legalità Raffaele Megna.