"La situazione Flight Care è una piaga che si è aperta due anni, e purtroppo non’è l’unica. Parole nuove di fronte a queste vicende, se vogliamo essere veramente onesti, non ce ne sono più. Tutti gridano che il mercato è senza regole, che è stato selvaggiamente liberalizzato. È vero, ma chi ha condotto questo gioco? Non penso che le società aeroportuali abbiano fatto tutto da sole! Ognuno deve prendersi le proprie responsabilità e in prima fila ci metto sindacati e politica. Di certo chi su questo territorio svolge un ruolo pubblico o può in qualche modo intervenire in questa vicenda, deve assolutamente metterci la faccia e fare la propria parte per scongiurare il licenziamento dei 242 dipendenti della Flight Care. Ma poi non dobbiamo fermarci, ma anzi metterci in discussione e trovare una nuova rotta di gestione del caso. Il lavoro in Italia è veramente al collasso e qualcuno non lo vuole riconoscere facendo finta che vada tutto bene o meglio che l’Italia stia uscendo dal tunnel. Poche settimane fa, il ministro Carfagna si abbandonava ad espressioni di trionfalismo parlando della situazione lavorativa del nostro Paese. L’Istat invece, pubblica in questi giorni, dati preoccupanti sull’occupazione. In cui si registra un aumento della disoccupazione, in particolare tra i giovani e tra le donne, facendo dell'Italia uno degli ultimi Pesi nella graduatoria europea per l’occupazione. Il leggero aumento occupazionale registrato nell'ultimo mese, cui fa riferimento la Carfagna, è purtroppo appena dello 0,2 per cento ed è ascrivibile al lavoro domestico e familiare. L'autocelebrazione del ministro delle Pari Opportunità è dunque del tutto fuori luogo. Del resto, cosa ha fatto il governo Berlusconi per l'occupazione femminile? Niente, anzi ha segnato un pesante regresso. Si potrebbe stilare infatti un lungo elenco dei provvedimenti che ostacolano il lavoro delle donne, tra cui la cancellazione della legge contro le dimissioni in bianco, il mancato stanziamento di fondi per gli asili nido, il pesante ridimensionamento del tempo pieno nella scuola, i tagli agli enti locali. Investire sul lavoro delle donne significherebbe infatti investire davvero sul rilancio del nostro Paese. Implicherebbe, come sottolineiamo da molto tempo attraverso le nostre concrete proposte, investire sugli incentivi alle imprese, sui servizi di conciliazione e condivisione, sulla formazione, tutte cose che il governo Berlusconi, di cui Carfagna fa parte, si è guardato bene dal fare. E tornando al nostro territorio, si chiedano come mai la Cai abbia lasciato ad oggi a casa centinaia e centinaia di lavoratrici madri che erano in maternità nel momento del passaggio tra ALITALIA S.p.A. e CAI. Vogliamo poi parlare anche degli invalidi che hanno avuto lo stesso trattamento? Cosa si è fatto per queste persone? Perché CAI si è permessa di non tenere conto di questi lavoratori?"

GRUPPO CONSILIARE PARTITO DEMOCRATICO – FIUMICINO

IL CONSIGLIERE MICHELA CALIFANO