Usb ta: “Morte dell’operaio: ennesimo omicidio sul lavoro”
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Fiumicino – Rabbia e dolore. E una intera giornata di sciopero per i lavoratori della società Aviapartner, la stessa per la quale Giorgio Monti, l’operaio di 44 anni che ieri pomeriggio è morto schiacciato da un elevatore mentre scaricava dei bagagli dalla stiva di un aereo della Tav Portugal da poco atterrato allo scalo di Fiumicino.
Allo sciopero, indetto dall’Unione sindacale di base del trasporto aereo, hanno aderito anche i dipendenti delle altre aziende dell’handling aeroportuale, dalle 13 alle 15, e dalle 17 alle 19. I lavoratori, che hanno manifestato davanti alla palazzina dell’Ente nazionale aviazione civile, hanno chiesto “la sicurezza sul lavoro per il diritto alla vita”.
L’Usb ha espresso cordoglio per “l’ennesimo omicidio sul lavoro” che ha colpito un giovane operaio in aeroporto. Lo scalo si è bloccato, con disagi per la normale operatività, mentre è stata affermata la determinazione ad ottenere condizioni di lavoro sicure.
“E’ inutile scagliarsi contro “la tragica fatalità”, o “l’oscura dinamica dei fatti” quando sappiamo che quotidianamente si trascurano aspetti fondamentali quali la manutenzione dei mezzi impiegati nonostante le ripetute segnalazioni in materia mentre le aziende continuano ossessivamente nella ricerca del guadagno a tutti i costi, attraverso l’aumento della produttività, della flessibilità e della precarietà del lavoro”, affermano Paolo Maras e Francesco Staccioli della Usb.
La richiesta? Garantire con urgenza un più elevato livello di protezione della sicurezza e della salute dei lavoratori attaverso una diversa cultura del lavoro, fondata sul rispetto della vita e sulla priorità di chi lavora.
Quello che accada ora in aeroporto è l’esatto contrario. Il profitto, in primo luogo benché passi per contratti di appalto al ribasso, mezzi obsoleti, turni di lavoro massacranti.
“Inutile piangere le perdite dopo che sono avvenute: serve l’applicazione delle norme e la garanzia del controllo rispetto ad eventi sempre più dolorosi, conseguenza diretta di mancati investimenti mentre si pensa a raddoppiare lo scalo”, sottolinea Paolo Maras.
Quindici giorni fa la sigla ha depositato un esposto alla procura della Repubblica di Civitavecchia sul tema della sicurezza dei lavoratori aeroportuali dopo l’ incidente capitato ad uno di loro. “La vita è un diritto che non si può barattare”, sostengono i lavoratori.
Interviene Fabio Alberti, portavoce romano Fds. “Occorre dirlo: qualunque siano i risultati degli accertamenti della magistratura, la causa della morte sul lavoro di Giorgio Monti si chiama concorrenza”.
“Da anni in nome di questo imperativo l'aeroporto è diventato una giungla. Il processo lavorativo è stato spezzettato tra innumerevoli aziende in brutale competizione tra loro a scapito della sicurezza, dei diritti e della dignità dei lavoratori. La concorrenza al ribasso si fa tagliando i costi di manutenzione, aumentando i ritmi, riducendo i salari, diminuendo gli addetti, precarizzando i contratti, in un processo che non ha mai fine”, denuncia Alberti.
“Attualmente, ad esempio, il carico e scarico degli aviomobili è affidato a sette diverse imprese. Le manutenzioni Alitalia sono ridotte a spezzatino. La logistica e il catering sono stati già completamente esternalizzati. Situazione analoga è in corso per i rami aziendali di Adr relativi a parcheggi, sicurezza e spazi commerciali”, spiega l’esponente FdS.
“Occorre mettere un freno a questo processo inumano. Occorre ripristinare le regole che impediscano la concorrenza tra i lavoratori. Anche per questo”, conclude il portavoce, “Rifondazione Comunista e la Federazione della Sinistra appoggiano il referendum per l'abrogazione dell'articolo 8 del DL 138/2011, che vanifica i contratti nazionali di lavoro”.
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