Istituto Baffi, preside Tasciotti: "Intitoliamo la palestra alla memoria di Mennea"
Fiumicino - Un'ondata di dolore ha attraversato il mondo dello sport all'annuncio della scomparsa di Pietro Mennea. Una notizia inaspettata, perchè nonostante le agenzie di stampa abbiano scritto che il campione fosse da tempo malato, così non risultava alle persone a lui più vicine: è rimasto sorpreso il presidente della federazione di atletica Alfio Giomi, è rimasto sorpreso il Prof. Carlo Vittori, che di Mennea è stato allenatore ai tempi dei suoi incredibili successi, e sono state sorprese tutte le persone che avevano solo pochi mesi fa accompagnato Mennea alla presentazione del suo ultimo libro: atleti ed ex atleti, giornalisti, uomini di cultura. Tra le sue ultime immagini ve n'è una che lo vede sorridente e pieno di energia alla libreria Mondadori di Roma, insieme con la velocista Marisa Masullo, con l'ostacolista Sergio Liani, con Nino Benvenuti, con Novella Calligaris, con Gianni Minà e con tanti altri protagonisti dell'atletica e dello sport. Lo stesso Carlo Vittori aveva cercato di contattarlo nei giorni scorsi perchè non aveva ricevuto la consueta telefonata di auguri da parte di Pietro per il compleanno del vecchio maestro. Mennea purtroppo non ha potuto rispondere, e il triste motivo Vittori l'ha saputo solo il giorno della comunicazione del decesso.
Anche nel mondo della scuola la scomparsa del grande velocista ha suscitato tristezza e cordoglio. Se da una parte è vero che non tutti gli studenti conoscevano Pietro Mennea, per il semplice motivo che all'epoca dei suoi successi non erano ancora nati, è bastato mostrare loro i filmati del record del mondo sui 200 o quello della vittoria alle Olimpiadi di Mosca per far comprendere loro la grandezza sportiva del nostro connazionale, paragonandola a quella dei grandi velocisti americani e caraibici presenti e passati. Mennea fa parte da tempo della storia dell'atletica: basti pensare che la sua prestazione sui 200 metri ancora oggi, a distanza di ben 34 anni, rappresenta ancora il record europeo ed italiano, e nessuno in Italia ha ancora superato il suo record sui 100 metri.
E dalla più importante scuola del nostro territorio è nata subito una proposta: intitolare alla memoria di Pietro Mennea la palestra della sede centrale dell'Istituto Superiore Paolo Baffi e dedicargli una giornata di studi tecnici e metodologici. "E' una proposta la cui idea è stata subito da me condivisa con alcuni insegnanti" dice il preside Roberto Tasciotti, "e che presenterò al prossimo consiglio di istituto, in modo che possa essere vagliata ed attraversare tutte le fasi formali previste dalle normative scolastiche. Ma sono sicuro che sarà ben accolta, perchè Pietro Mennea è sempre stato nel cuore non solo degli sportivi ma anche degli educatori".
Chiediamo al prof. Tasciotti di precisare meglio questo aspetto della figura di Pietro Mennea: "Mennea è stato il simbolo della dedizione al lavoro. Un atleta dotato di un fisico non certo eccezionale e di capacità motorie non superiori a quelle degli altri atleti, è riuscito a raggiungere i più elevati traguardi sportivi grazie esclusivamente al suo impegno assoluto e all'adesione ai durissimi programmi di lavoro preparati insieme con il Prof. Carlo Vittori. E' questo il valore simbolico di Pietro Mennea per tutti i giovani: la dimostrazione che esiste una relazione diretta tra impegno profuso e risultati ottenuti, e che nessun traguardo può essere escluso a chi decide di impegnarsi con volontà e serietà. Avremmo voluto invitare lo stesso Mennea a parlare di queste cose, anche noi siamo stati colti di sorpresa alla notizia della sua morte".
Domandiamo a Roberto Tasciotti perchè la figura di Mennea interessi anche il mondo della cultura e non solo quello dello sport. "Nella nostra come in altre scuole siamo spesso costretti a registrare casi di abbandono da parte di studenti che praticano sport, o al contrario abbandono dello sport da parte di studenti che si dichiarano troppo impegnati nello studio", spiega il prof. Tasciotti. "Bene, vorrei che tutti sapessero che insieme con gli straordinari successi sportivi Pietro Mennea ha anche ottenuto eccezionali successi scolastici e universitari: la pratica dello sport ai più alti livelli mondiali non gli ha impedito di diventare insegnante di educazione fisica, poi di prendere una laurea in scienze politiche, successivamente di prendere una terza laurea in giurisprudenza ed una quarta in lettere, e di partecipare a numerosi master e corsi di specializzazione. Mennea è stato, oltre che eccelso atleta, prolifico scrittore, avvocato, uomo dedito ad attività sociali e benefiche e docente universitario".
Lei lo ha conosciuto personalmente? "Certamente, proprio nella sua veste di professore di Legislazione dello Sport presso l'Istituto Superiore di Educazione Fisica de L'Aquila, dove io insegnavo Psicologia dello Sviluppo. Era un onore per tutta la struttura universitaria averlo nelle nostre fila, e per gli studenti rappresentava appunto la concretizzazione di quanto dicevo prima, cioè la visibile trasformazione del lavoro, dell'impegno e del sacrificio nel successo personale, universalmente ed obiettivamente riconosciuto. E con l'intitolazione della palestra esprimiamo il nostro desiderio che la sua vita e il suo impegno possano rappresentare un esempio per tutti i nostri studenti".
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