Pendolari disperati sulla Fr5: ennesima giornata di passione
Maccarese – Ancora una giornata di passione sulla Fr5, la tratta ferroviaria che collega il litorale con la Capitale. E scatta, puntuale, la protesta del Comitato pendolari Litoranea nord – Osservatorio regionale sui trasporti.
Erano stati promessi 3 nuovi treni dei 26 ordinati per l'arco 2011-2013 sui binari della Regione entro il 2011. E la successiva revisione delle carrozze dei "vecchi" Vivalto giunti in scadenza durante un arco di tempo di circa 6 mesi. Questo era il programma presentato un anno fa ai pendolari laziali da Trenitalia.
Risultato: a metà novembre del 2012 sono entrati in servizio solo 2 treni. Il piano di revisione è sì, “inevitabilmente”, partito, ma per il completamento si parla ora della "primavera 2013". Come conseguenza, dall'inizio dell'anno le composizioni sono ridotte all'osso su linee già di norma sovraffollate. La densità umana calcolata nei vestiboli è di oltre 9 persone a metro quadro. “Per inciso, il triplo di quella dei carri bestiame dei deportati dai nazisti”, precisa Andrea Ricci, portavoce del comitato. E aumentano i malori su treni su cui è fisicamente impossibile salire.
“E' storia di tutti i giorni. Oggi, sulla Fr5, il treno proveniente da Grosseto e previsto in arrivo a Termini alle 8.53 viaggiava, come spesso avviene, con quattro carrozze anziché con le sei previste. Ovvero 250 posti in meno, contando solo quelli a sedere. E per di più con 2 porte rotte su 8”.
A Torrimpietra già non si riusciva a salire. A Maccarese una persona si è sentita male e qualcuno in stazione ha tirato l'apertura forzata della porta in quanto è l'unico modo possibile per comunicare col personale del treno quando non ci si può muovere per l'affollamento, bloccandone così una terza.
“Venti minuti prima di riuscire a ripartire, tra riuscire a far salire (quasi) tutte le persone in attesa e ripristinare la porta. Stessa scena ad Aurelia, dove sono rimaste a terra decine di persone ed il treno non riesce a chiudere le porte”, prosegue Ricci.
Alla fine il treno ha accumulato 36 minuti di ritardo. Molti hanno preso una metropolitana per l'ennesima volta a servizio ridotto, ma anche stavolta la persona che ha avuto il malore si è ripresa e non è successo niente di più grave dei consueti ritardi al lavoro ed all'università, o nelle coincidenze con altri mezzi di trasporto.
“E’ successo. Ma che nel futuro continui ad andare "così bene" possiamo solo sperarlo, vista la situazione. In compenso, i pendolari italiani hanno di che consolarsi con la lettura della lunga pagina di comunicato stampa dedicata di recente dalla Fs al giornalista del Financial Times che ha lodato le Ferrovie italiane perché sui Frecciarossa viene servita spremuta d'arancia fresca”, conclude il portavoce.
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