Sigilli al porto turistico di Fiumicino: 7 indagati. Tra loro anche Bellavista Caltagirone
Fiumicino - Blitz della Guardia di finanza al porto turistico di Fiumicino. Al termine di un’inchiesta avviata dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia i militari hanno messo i sigilli all’area del cantiere, sequestrandola in base all’art. 351.
Il sequestro dell’area del cantiere del Porto della Concordia, lo scalo diportistico per 1.455 posti barca la cui posa della prima pietra avvenne il 4 febbraio del 2010 alla presenza delle massime autorità, fa seguito ad una travagliatissima vicenda. Tra un fermo e l’altro dei lavori, le proteste degli operai e dei fornitori che denunciavano il mancato pagamento per il lavoro svolto alle società riconducibili, direttamente o indirettamente, al gruppo Acqua Pia Marcia, la rescissione dei contratti, gli scambi di accuse e denunce, in sostanza, la costruzione dell’opera che avrebbe dovuto dare grande lustro al comune di Fiumicino, lanciandolo come polo turistico e diportistico del Mediterraneo, non è mai davvero partita. Con grandissimo strascico di polemiche e, soprattutto, l’apertura di un fascicolo.
L’11 maggio di quest’anno Acqua Marcia aveva risolto il contratto con la Iniziative portuali. L’8 ottobre il perito di parte aveva garantito la stabilità della infrastruttura rispetto alla perizia effettuata dal tecnico della procura.
In base alle perizie disposte dal procuratore di Civitavecchia erano per l’appunto emerse delle “gravi carenze strutturali” nell’opera. Acqua Marcia, da parte sua, aveva replicato con una perizia del suo tecnico. Dalle indagini disposte negli ultimi mesi dal nucleo della polizia tributaria della guardia di finanza sarebbe venuta alla luce l’intenzione di realizzare una infrastruttura “risparmiando”, però, su costi e sicurezza. Oltre all’imprenditore romano, sarebbero coinvolti i consiglieri, i legali rappresentanti e il direttore dei lavori.
L’area del cantiere, estesa su una superficie di circa un ettaro, era stata recintata all’inizio dell’estate per preservarla in attesa della ripresa dei lavori, prevista per questo autunno. Nel corso del tempo era però stata preda delle incursioni dei vandali, come più volte denunciato da Roberto Cini, presidente del circolo Pd Aldo Moro, che aveva seguito sin dall’inizio la “vicenda” del porto.
Anche questa mattina l’esponente democratico era sul posto. “Adesso, oltre al problema del sequestro, c’è quello dell’enorme quantità dei detriti e dei relitti portati dal Tevere durante l’ultima piena: bisognerebbe intervenire per rimuoverli altrimenti saranno nuovamente sparpagliati”.
“Oltre ai risvolti penali che hanno portato al sequestro preventivo del cantiere del porto turistico disposto per sottrarre la disponibilità dell’area ed evitare che il reato contestato, “frode in pubbliche forniture”, possa essere aggravato nonché prevenire o agevolare la commissione di altri reati (art. 321 cpp), sequestro che comunque, entro 10 giorni, dovrà essere convalidato dal giudice, riteniamo indispensabile che il Comune di Fiumicino provveda al più presto allo smaltimento delle tonnellate di rifiuti accumulati all’interno dell’area di cantiere”, spiega Cini.
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