Fiumicino – “Il porto turistico? Non si farà mai”. E’ pessimista Luigi Satta, consigliere della lista civica Noi insieme di Fiumicino. Alla luce delle controversie tutt’altro che risolte, l’esponente politico esprime molti dubbi riguardo la possibilità che il Porto della Concordia possa realmente essere costruito. Appare infatti al momento lontana anche la ripresa dei lavori, indicata per la fine dell’estate.

 

“Pensavamo di avercela fatta”, dichiara Satta: “dopo decenni di tira e molla anche Fiumicino avrebbe avuto il suo porto turistico. Neanche per sogno. La verità è che questo porto non si farà mai. O forse per andare più in là di una prima pietra dovremo affidarci a qualche imprenditore di Ostia o a qualche politico vicino all’imprenditoria. Le indiscrezioni di stampa che stanno via via emergendo sono allarmanti e preoccupanti. Perizie, carte, contro carte”.

 

“E intanto quello che avrebbe dovuto essere il volano per la nostra economia, uno strumento per azzerare la disoccupazione giovanile, sta lì a marcire. E a Fiumicino rimane un mare inquinato dagli anni Settanta e qualche cartello di divieto di balneazione apposto da qualche pretore che evidentemente ha pensato di tutelare la salute pubblica senza sforzarsi di capire da dove derivi il vero inquinamento”, prosegue il consigliere della lista.

 

 

“E tutto questo nell’assoluta indifferenza di partiti politici e operatori del settore balneare, che non hanno mai rivendicato un intervento di bonifica del Tevere, il vero nemico del nostro mare. E senza che nessun ente, come l’Autorità di Bacino del Fiume Tevere, se ne sia mai interessata e abbia mai messo in cantiere un solo intervento di monitoraggio. Perché nessuno parla? Perché l’amministrazione non interviene?”, domanda Satta.

 

 

“Le dighe del nuovo porto turistico stanno sprofondando e rischiano di causare problemi ancora più seri considerato che sono stati fatti studi sul sistema idraulico contro l'erosione della tratto di costa. Non svendiamo Fiumicino. Qualche investitore potrebbe ancora credere in noi. Ma con un progetto del genere, un mare inquinato, un Tevere lasciato in balìa di se stesso a chi dobbiamo affidarci per fare qualcosa di importante a Fiumicino? A quale santo vootarci?”, conclude.

 

Al momento l’area del cantiere è stata recintata ed è presidiata dalla capitaneria di porto e dalla società di vigilanza privata. Ciò non impedisce tuttavia le incursioni dei vandali che hanno già parzialmente divelto la recinzione e imbrattato con la vernice il cartello scrivendo in nero “no porto”.