Fiumicino –  Il Comitato FuoriPista lancia l’allarme e si dichiara fortemente preoccupato per la presentazione da parte del ministro alle infrastrutture, Corrado Passera, del Piano nazionale degli aeroporti che – in accordo con Enac – prevede il rafforzamento del sistema aeroportuale del Lazio con la creazione del nuovo aeroporto di Viterbo.

 

Il progetto, presentato ieri durante la seduta del consiglio dei ministri, comprenderebbe anche  l’impegno a dare il via libera, entro dicembre 2012, al Contratto di programma Enac-AdR 2012-2021, benché attualmente sia ancora al vaglio del ministero dell’ambiente.

 

“Il piano, inoltre”,  sottolinea Massimiliano Mattiuzzo di FuoriPista, “adotta senza apparenti mediazioni l’orizzonte strategico, da qui al 2030, fornito dal master plan di AdR, presentato a fine di luglio, che prevede il raddoppio del sedime aeroportuale di Fiumicino al costo previsto 12 miliardi di euro”.

 

Il Comitato FuoriPista - formato da cittadini, imprenditori ed altre realtà che vivono e lavorano  nel comune di Fiumicino – pur comprendendo l’esigenza e condividendo la necessità di rendere maggiormente efficiente e competitivo il Leonardo da Vinci, si dichiara però   “fortemente deluso ed allarmato di fronte ad un governo che si definisce “tecnico” ma che di fatto non assume la necessaria equidistanza dagli interessi in campo”.

 

I cittadini si attendono  che il ministro “si faccia carico di tutelare gli interessi della collettività, verificando la fondatezza dei molti sospetti che gravano sull’intera “opera”: “grande” solo in termini di speculazione fondiaria ed edilizia, con un terribile impatto ambientale e sanitario”. FuoriPista ha ormai fatto suo da tempo lo slogan “Più efficiente non più grande”, intendo con questo implementare le infrastrutture esistenti senza per questo cementificare oltre 1200 ettari di territorio della Riserva naturale statale del litorale romano.

 

 

A questo riguardo il comitato ricorda “ la gestione a dir poco inefficiente da parte di AdR del maggiore scalo romano, non solo per le condizioni in cui versa l’aeroporto ma anche per i servizi resi e dovuti ai passeggeri”. Quindi il fatto che AdR intende far pagare quanto di propria competenza alla collettività e ai passeggeri (chiedendo con urgenza l’aumento extra-gettito delle tariffe aeree) per finanziare opere di ammodernamento previste già a partire dal 1994 e variamente finanziate negli anni precedenti che non sono ancora state realizzate”.

 


Dito puntato, poi, contro la presunta  situazione di illegalità in cui opera lo scalo rispetto all’inquinamento acustico ed atmosferico e che coinvolgerebbe le popolazioni, fortemente allarmate per i danni alla salute tanto da richiedere l’intervento della Procura della Repubblica di Civitavecchia. In più, sempre secondo FuoriPista, AdR opererebbe in uno stato di illegalità flagrante anche dal punto di vista ambientale: per sua stessa ammissione attualmente sversa nei canali, quindi a mare, le acque reflue provenienti dalle due piste principali, senza che queste vengano preventivamente depurate.

 


Anche sulle ragioni addotte per il raddoppio, giustificate riportando dati previsionali di aumento del traffico aereo (dagli attuali circa 35 milioni di passeggeri agli 80 milioni previsti per il 2030 e ai 100 milioni per il 2044), sarebbero, come rilevato da molti esperti e commentatori anche recentemente, queste sarebbero del tutto infondate.

 

“Altrettanto e forse ancora più fantasmagoriche appaiono le cifre fornite da AdR sui futuri posti di lavoro: si parla di 30.000 nuovi posti nei primi dieci anni che salirebbero a ben 230.000 fino al 2044”, osservano critici al comitato.

 

“Ciò di cui invece c’è certezza è che  il progetto realizzerà un consumo del suolo di notevoli dimensioni: si tratta di cementificare con 15 milioni di metri cubi 1200 ettari di pregiato agro romano, peraltro interamente ricadente nella Riserva statale del litorale romano e quindi sottoposto a diversi vincoli di tutela”, precisa Massimiliano Mattiuzzo. “Oltre alle nuove piste, ai nuovi terminal e alla nuova aerostazione, il progetto prevede la costruzione di strutture commerciali, alberghi, uffici, negozi, centri congresso per un totale di oltre  1 milione di metri cubi che nulla hanno a che fare con le necessità aeroportuali”.

 


Altra nota dolente sarà l’espropriazione di  decine di medie e piccole aziende agricole di qualità e di alcune centinaia di abitazioni private. E infine, ma certo non per irrilevanza, il palese conflitto di interessi che vede il gruppo Benetton giocare più parti: una volta come soggetti espropriati – e risarciti - per circa 1000 ettari (un po’ meno di un terzo dell’intera proprietà ceduta dallo Stato per 98 miliardi di lire nel 1998 alla Maccarese Spa, cioé Benetton) e una volta soggetti concessionari, come AdR, quindi Gemina, quindi Benetton, che rientrerebbero in possesso dei medesimi 1000 ettari, liberi di cementificare una volta tolte tutte le tutela alle quali ora sono soggetti”.

 


FuoriPista intende chiedere con urgenza al ministro di essere ricevuto e ascoltato ed è  disponibile a fornire tutta la documentazione in nostro possesso, che ha dato origine a tanti sospetti e motivato la forte contrarietà al progetto di raddoppio.